Cognati uccisi a Sant’Antimo, la parziale confessione di Raffaele Caiazzo

È durato tre ore e mezza l’interrogatorio di Raffaele Caiazzo, l’uomo di 44 anni che avrebbe ucciso a colpi di pistola il genero e la nuora, Luigi Cammisa e Maria Brigida Pesacane a Sant’Antimo.

Cognati uccisi a Sant’Antimo, la parziale confessione di Raffaele Caiazzo

Nella giornata di ieri – riporta Il Mattino – il pm ha firmato il decreto di fermo per il 44enne, che ora è accusato di duplice omicidio volontario. Davanti al pubblico ministero, l’uomo è apparso molto confuso. Ha infatti ammesso il primo omicidio, ma non ha saputo fornire dettagli su quello che è successo dopo.

Ripercorrendo i momenti antecedenti ai delitti, Caiazzo ha raccontato al magistrato di aver avuto una discussione con il figlio (sposato con Maria Brigida Pesacane, ndr) perché da tempo il 44enne era convinto che la moglie intrattenesse una relazione clandestina con il cognato Luigi.

“Io so che ‘quei due’ avevano un rapporto, ma la mia famiglia non mi ha mai voluto dare ascolto – avrebbe detto Caiazzo – Eppure io Luigi l’ho visto tre volte salire a casa di Maria…ma loro non mi ascoltavano: e ieri sera mio figlio mi ha minacciato: ‘Papà, se non la finisci con queste paranoie, se continui a insinuare queste falsità, allora io non ti faccio vedere più i nostri figli!'”. Ma quell’ennesimo rimprovero, anziché portarlo a ragionare, lo ha indotto a punire con il sangue i due giovani cognati.

La ricostruzione

Ieri mattina, intorno alle 6 e mezza, Caiazzo ha aspettato che Luigi uscisse dalla casa di via Diaz per andare a lavorare, e lo ha freddato con quattro colpi di pistola. Poi si è rimesso in macchina per raggiungere l’abitazione di Maria Brigida, in via Caruso, sapendo di trovarla da sola. Quindi ha bussato alla porta e ha esploso contro di lei diversi proiettili. In una stanzetta poco distante dormivano i due figlioletti, di due e quattro anni. 

Il rumore degli spari ha attirato l’attenzione dei vicini che hanno subito allertato i Carabinieri. Ma quando sono giunti i militari della compagnia di Giugliano (diretti dal capitano Matteo Alborghetti), dell’assassino non c’erano più tracce. Caiazzo ha vagato per oltre due ore, mentre i militari gli davano la caccia in tutto l’hinterland napoletano, anche con gli elicotteri. Alla fine, verso l’ora di pranzo, si è costituito presentandosi alla stazione dei carabinieri di Gricignano d’Aversa.

Punti oscuri

Restano ancora tanti punti oscuri in questa vicenda. La pistola con cui il 44enne ha ucciso le due vittime non è stata ancora trovata dagli inquirenti. Inoltre, Caiazzo avrebbe confessato soltanto il primo omicidio e non il secondo. Dopo l’interrogatorio di ieri, l’uomo è stato poi trasferito al carcere di Poggioreale dove è in attesa dell’udienza di convalida del fermo.

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