Com’è morto Marco Pantani: la storia del campione conosciuto come “Il pirata”

Marco Pantani è stato un grande campione del ciclismo nazionale. Considerato uno tra i migliori scalatori di tutta la storia del ciclismo, riuscì ad ottenere ben 46 vittorie facendosi riconoscere nella corsa a tappe.

Inoltre, vinse la medaglia di bronzo nel 1995 ai mondiali in linea e realizzò la famosa doppietta “Giro-Tour” nel 1998. Un’impresa che riuscì solo a pochi altri ciclisti. Ma andiamo a conoscere meglio la storia di questo grande campione, la vita, la fidanzata e com’è morto.

Marco Pantani: la vita e gli inizi della carriera

Marco Pantani nasce a Cesena il 13 gennaio 1970. Fin da piccolo mostra una grande passione per lo sport e quando il nonno gli regala una bicicletta, Marco capisce subito quale sia il suo destino. Tempo dopo si tessera nel G.C. Fausto Coppi dove manifesta indubbie doti da scalatore, vincendo molte gare.

La carriera di Marco Pantani ha inizio nel 1994. Partecipa infatti sia al Giro d’Italia sia al Tour de France, arrivando rispettivamente secondo e terzo. Riesce anche a guadagnarsi la maglia bianca come miglior giovane della manifestazione.

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Fidanzata

La vita di Marco Pantani è stata costellata di successi, ma l’amore, purtroppo, non rientra in questa categoria. Il ciclista, infatti, nel 1995 conosce ChristinaJonsson. All’epoca avevano rispettivamente lei 19 anni, mentre lui ne aveva 25. I due si erano conosciuti per caso in un pub, dove la giovane, lavorava come ballerina. La loro relazione è andata avanti per ben 8 anni, fino al 2003. Dopo la loro separazione, però non si sono più visti.

Difatti questo grande tra Marco Pantani e Christina Jonsson è stato molto travagliato, in quanto hanno dovuto affrontare un brutto episodio: la nascita mancata di un figlio. Nel 2002 Christina Jonsson rimase incinta. Erano tutti contenti di questo evento, tranne evidentemente lei. Infatti, la ragazza dichiarò di non essere pronta ad avere un figlio, dato che aveva ancora molte cose da portare a termine. Questo fu quello che si può definire come l’inizio della fine.

Marco Pantani: gli incidenti e la squalifica

Dopo il primo anno di successi, Marco Pantani nel 1995 ebbe un grave incidente. Il ciclista, durante un allenamento, ebbe uno scontro con una macchina. Il colpo lo costrinse per diverso tempo in ospedale, non consentendogli di partecipare al Giro d’Italia. Nello stesso anno però comincia a sfoggiare il look che lo ha sempre contraddistinto e che gli ha fatto guadagnare l’appellativo di Pirata: capelli rasati, bandana e orecchino al lobo.

Il 1995 per Marco Pantani, purtroppo però, è un anno segnatodal dolore. Infatti, ebbe un secondo incidente. Nella discesa di Pino Torinese, insieme ad altri corridori, viene investito da un fuoristrada che viaggiava in senso contrario. Immediatamente trasportato al CTO del capoluogo piemontese, gli viene riscontrata una frattura di tibia e perone e la probabilità di perdere un arto.

Nonostante ciò, Marco Pantani a sei mesi dall’incidente, nel 1996, torna di nuovo in sella, pronto a disputare nuove gare. La vera svolta arriva però nel 1998, quando vince sia il Giro d’Italia, che il Tour de France che lo consacra come uno dei più grandi ciclisti di quel tempo.

La vita di Marco Pantani, come quella di molti campioni, purtroppo, è una altalena di genio e sregolatezza. Infatti, il ciclista, viene escluso dal Giro 1999 a seguito di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda e, pur tornato alle gare non molto tempo dopo, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato.

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La morte

In seguito alla squalifica, Marco Pantani, cade in depressione, e muore il 14 febbraio 2004 a Rimini, per intossicazione acuta da cocaina e psicofarmaci antidepressivi, con conseguente edema polmonare e cerebrale, così come provato dall’autopsia del 2004 e da una successiva perizia medico-legale del 2015.

Intorno alla morte di Pantani vi è però è un alone di mistero. Stando infatti alla testimonianza della madre, il ciclista fece le valigie portando tre giubbotti, di cui unoda sci, che però avrebbe lasciato in albergo a Milano, quando, cambiata idea, decise di andare a Rimini. Secondo quanto dichiarato da un tassista, il bagaglio di Pantani era solamente una piccola busta di plastica contenente medicinali. Tuttavia, nonostante ciò, i tre giubbotti furono trovati nella stanza del residence dove il ciclista alloggiava.

Arrivò a Rimini il 10 febbraio, prendendo alloggio inizialmente per una notte, poi per quattro. La sera del 14 febbraio 2004 venne trovato morto nella stanza D5 del residence “Le Rose” di Rimini (edificio demolito e sostituito da un hotel che porta lo stesso nome). L’autopsia rivelò che la morte era stata causata, fra le 11:30 e le 12:30, da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un’overdose di cocaina e, secondo una perizia effettuata in seguito, anche da psicofarmaci.

La morte di Pantani lasciò sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote. Le sue spoglie oggi sono sepolte nel cimitero di Cesenatico, in un’edicola decorata da una vetrata artistica riproducente un particolare del Compianto su Cristo morto di Alessandro Tiarini.

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