Come sarà la “fase 2”: riapertura per macro-aree e spostamenti da regione a regione. Le ipotesi

La domanda è d’obbligo: come sarà la fase 2? Come ci potremmo spostare? E fin dove? Per ora sono indiscrezioni, perché il nuovo decreto legge ancora non c’è. Ma alcune certezze ci sono: l’Italia è spaccata dall’epidemia. Ci sono regioni in fase di superamento dell’emergenza e altre ancora in ostaggio del virus.

Aperture differenziate: come saranno gli spostamenti

Appare ormai probabile l’apertura differenziata per macroaree a seconda della diffusione del contagio con un monitoraggio dopo 15 giorni per verificare la tenuta del contenimento e, in caso contrario, nuove chiusure. Questa almeno è l’ipotesi a cui starebbero lavorando gli esperti per consentire lo sblocco del lockdown in Italia. Potremmo quindi assistere a una riapertura differente da Nord, centro e Sud. Dove la presenza del covid-19 è ancora forte, rimarranno in vigore misure più restrittive. In particolare tra Lombardia ed Emilia-Romagna. Gli spostamenti saranno ancora limitati.

Al Centro-sud, invece, saranno consentiti parziali spostamenti anche fuori dai motivi di necessità, con l’adozione però di dispositivi di sicurezza. A cio si aggiunge anche l’installazione dell’app “Immuni”, con la quale le maglie della libertà di circolazione dovrebbero allargarsi ancora di più. Secondo quanto riferisce ‘Next’ all’interno delle stesse macroaeree, inoltre, dovrebbero essere individuate “ulteriori suddivisioni tra zone a maggiore e minore diffusione: al nord, per esempio, regioni come Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, hanno una situazione diversa da Piemonte, Lombardia e Veneto”.

Lo sblocco del lockdown: come sarà

Per ora siamo ancora nel campo delle ipotesi. Il Governo punta infatti a una riapertura omogenea del Paese. Per andare però incontro alla paura da parte di alcuni governatori meridionali, come De Luca, il prossimo provvedimento potrebbe prevedere il divieto di spostamento interregionale. Lo spiega chiaramente su ‘Repubblica’ Tommaso Ciriaco: “Nelle scorse settimane Palazzo Chigi aveva valutato una riapertura a macchia di leopardo, seguendo le curve del contagio. Questa opzione, però, è sconsigliata da ragioni di tenuta sociale ed economica. Il governo, infatti, vuole permettere la ripartenza contestuale nel Paese, in modo da non accentuare squilibri nelle attività produttive e non creare forme di ‘concorrenza sleale’ tra le filiere delle diverse Regioni. Ma la soluzione di un divieto interregionale andrebbe soprattutto incontro alla domanda allarmata dei governatori del Centrosud, dove il Coronavirus per adesso circola meno”.

Coronavirus Italia fase 2: riapertura e test di 15 giorni

Saranno settimane di prova dopo l’avvio della fase 2 il prossimo 4 maggio per capire come cambia lo scenario epidemiologico con le nuove riapertura. Anche perché gli scienziati temono soprattutto che con la ripresa del pendolarismo nei trasporti il virus possa tornare a circolare più rapidamente. Gli esperti hanno ben presente che la percentuale più alta di movimenti durante la quarantena è stata registrata in Lombardia, focolaio dell’epidemia. “Quasi il 45% nazionale, pare, a fronte di una popolazione del 16,5% del Paese”, secondo quanto riferisce ‘Next’. Insomma la fase 2 non sarà un “libera tutti”, ci si muoverà ma con cautela. Il distanziamento sociale e i dispositivi, come mascherine e guanti, faranno parte della nostra quotidianità ancora a lungo.

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