Nel 2023, gli italiani spenderanno circa 8 miliardi di euro per i regali di Natale, con una spesa media procapite di 186 euro. A farne la stima è Confcommercio.
Confcommercio: per i regali di Natale gli italiani spenderanno 186 euro a testa
Quest’anno, secondo Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo, si registra un aumento rispetto ai 7,1 miliardi del 2022, ma è ancora inferiore ai 15,2 miliardi del 2009.
La propensione a fare regali è ai minimi degli ultimi 15 anni, con solo il 40,1% degli italiani che lo considera una spesa piacevole. Tuttavia, il Black Friday e il Cyber Monday hanno anticipato un dicembre positivo per le vendite online, con un aumento del 9,5%. Sfida difficile, invece, per i negozi fisici (+3,8%).
Circa il 40% degli adulti italiani, ovvero 19,2 milioni di persone, si stima abbiano speso tra i 220 e 230 euro ciascuno durante la stagione natalizia. Metà degli acquisti, però, sono rappresentati da anticipazioni di spese natalizie.
I regali sotto l’albero
Quali sono i regali più gettonati tra gli italiani? Abbigliamento, profumi e libri spiccano nella top ten delle intenzioni di acquisto per i regali di Natale. E’ quanto emerge dai dati che Confesercenti ha presentato in occasione dell’assemblea annuale. Al top i capi d’abbigliamento (51% delle indicazioni), seguiti dai prodotti di profumeria (45%) e dai libri (44%), giochi e giocattoli (38%), accessori di moda (33%), regali gastronomici (29%), prodotti tecnologici e regali di gioielleria (entrambi al 24%), arredamento e prodotti per la casa, calzature e videogiochi (tutti al 20% di indicazioni). Il 10%, invece, segnala l’intenzione di regalare un viaggio o una vacanza, un dato in ascesa rispetto al 7% dello scorso anno.
Il mercato del giocattolo registra una crescita del 2% nel primo semestre del 2023, con giochi in scatola e di carte tra i più richiesti. In forte crescita anche il mondo dei manga e dei videogiochi.
Dopo un anno di alti e bassi, il mese di dicembre dovrebbe chiudersi con il segno più per i consumi, anche se non mancano criticità per famiglie e piccole e medie imprese del commercio.