Sarebbe pronto a confessare il delitto Antonio Riano, il fioraio di Pianura condannato in primo grado all’ergastolo per il duplice omicidio di Luigi Simeone e Immacolata Assisi, ritrovati senza vita nell’aprile 2015 in una cava a Giugliano.
Il colpo di scena è arrivato ieri durante l’udienza del processo d’Appello, alla presenza anche dei parenti delle vittime. Il 30enne, occhi di ghiaccio e fin ad oggi nessun segno di resa, avrebbe quindi deciso di accollarsi le responsabilità per evitare il carcere a vita. I legali della difesa hanno annunciato di voler chiedere il concordato, che nella prossima udienza dovrebbe aprirsi con la confessione dell’imputato.
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La sentenza di primo grado arrivò pochi giorni prima del Natale 2016 dopo oltre un anno di processo con relazioni dei periti e risultati delle investigazioni svolte dai poliziotti del commissariato di Giugliano. Il 19 aprile 2015 fu una prostituta a lanciare l’allarme: gli agenti ritrovarono la fiat multipla adibita a taxi delle vittima con copiose macchie di sangue ed i due corpi, uccisi a colpi d’arma da fuoco, gettati nella cava Monticelli di Varcaturo. Dopo pochi giorni l’identiticazione di Riano ed il ritrovamento di tracce ematiche anche nella sua auto. Il ragazzo fu anche visto a vagare per un’ora nella zona del ritrovamento. Il movente del delitto sarebbe un appartamento a Melito, nei pressi delle Colonne, che il fioraio avrebbe voluto comprare, pare per assecondare ad ogni costo il desiderio della fidanzata.