Contro Pirozzi “congetture”, Visconti “estraneo ai fatti”: le motivazioni del gip a favore dei due politici

cavese Giugliano

Nel contesto dell’inchiesta “Munnezzopoli”, il GIP Saladino ha preso la decisione di non applicare gli arresti domiciliari agli indagati, pur disponendo misure cautelari di diversa entità. Le motivazioni che hanno portato a questa scelta sono legate alle specifiche posizioni di ciascun indagato e alla gravità delle accuse a loro carico. Tra i principali indagati ci sono il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi, l’ex sindaco Antonio Poziello, l’ex assessore Luigi Grimaldi e l’ex sindaco di Marano Rodolfo Visconti. La decisione del giudice ha differenziato nettamente le posizioni di ciascuno, con gradi di responsabilità giudicati variabili a seconda dei ruoli e delle prove emerse durante le indagini.

Le posizioni di Pirozzi e Visconti: estraneità alle accuse

Per il sindaco Pirozzi e per Visconti, il GIP Saladino ha ritenuto che le accuse formulate nei loro confronti non fossero supportate da indizi sufficienti. In particolare, il caso di Pirozzi è stato esaminato in dettaglio. I pubblici ministeri lo accusavano di aver favorito la ditta Tecknoservice in cambio di assunzioni, ipotizzando una sorta di “scambio” tra appalti e posti di lavoro. Tuttavia, il GIP ha definito questa accusa come una “congettura”, ritenendo che non ci fossero elementi concreti a supporto di tale accusa. Inoltre, per quanto riguarda l’affidamento dell’appalto per la rimozione dei rifiuti nel campo rom di Giugliano, il giudice ha sottolineato che l’assegnazione alla Tecknoservice è stata regolare, tanto che l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) aveva dato il suo placet all’operazione. Per queste ragioni, il sindaco Pirozzi, seguito dagli avvocati Maiello e Sepe, è stato escluso da misure restrittive come gli arresti domiciliari, pur restando sotto inchiesta.

Anche la posizione di Visconti, assistito dall’avvocato Antonio Russo, è stata giudicata simile. Non essendo emerse prove sufficienti per giustificare misure più severe, e non risultando coinvolto in attività di gestione o in comportamenti che giustificassero provvedimenti urgenti, il GIP ha ritenuto che la sua estraneità ai fatti fosse prevalente.

La posizione di Poziello: sequestro preventivo di 42mila euro

La situazione di Antonio Poziello, assistito dall’avvocato Michele Giametta, ex sindaco di Giugliano, è stata valutata diversamente. Poziello era accusato di aver orchestrato un giro di tangenti legato all’affidamento degli appalti per la gestione dei rifiuti, in particolare per aver pilotato la gara in favore della Tecknoservice. Il GIP ha disposto un sequestro preventivo di 42mila euro nei suoi confronti. Nonostante questo, Poziello non è stato arrestato, in quanto non ricopre più alcun incarico politico, il che ha portato il giudice a considerare meno urgente l’applicazione di misure detentive. Inoltre, il fatto che l’ex provveditore D’Addato, implicato anch’esso nella vicenda, sia ormai in pensione, ha ulteriormente ridotto il rischio di reiterazione del reato.

Per Grimaldi misura di divieto di dimora a Napoli

Più complessa è la posizione di Luigi Grimaldi, ex assessore all’ambiente del Comune di Giugliano, per il quale il GIP ha ritenuto necessario adottare una misura cautelare più severa: il divieto di dimora nel comune di Napoli. Grimaldi è accusato di aver richiesto tangenti, tra cui un orologio d’oro, in cambio di favori legati agli appalti per la gestione dei rifiuti. Il giudice per le indagini preliminari ha definito il suo ruolo come “spregiudicato” e ha evidenziato la necessità di allontanarlo dalla città di Napoli, dove ricopre il ruolo di consigliere comunale. La sua posizione è stata considerata particolarmente grave, in quanto il suo incarico politico potrebbe offrirgli ancora l’opportunità di commettere reati simili.

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