Trova l’app di Tinder sul cellulare del fidanzato. Accecata dalla gelosia, lo pugnala 26 volte con una spada prima di chiamare la polizia e l’ambulanza. E’ successo a Camas, nello stato di Washington. La 31enne, Emily Javier, è finita in carcere per aver tentato di uccidere il ragazzo, Alex Lovell, 30 anni, che frequentava ormai da due anni.
La donna dovrà passare dietro le sbarre almeno 19 anni. Ciò che ha sconvolto i giudici è stata la premeditazione con cui Emily si è preparata al massacro: ha posizionato l’arma accanto al letto e ha attaccato con del nastro adesivo una serie di pugnali “di riserva” sul retro della testata.
Se la spada non si fosse rivelata un’arma valida avrebbe avuto altro con cui procedere. La sera del 3 marzo 2018 la donna ha fatto ubriacare il fidanzato e ha atteso che si addormentasse prima di colpirlo. Poi ha nascosto il suo cellulare in modo che non potesse mai trovarlo. Voleva tagliargli la gola, ma la lama ha svegliato il malcapitato, che da quel momento ha cercato in ogni modo di difendersi a mani nude.
Alex ha tentato di contrattaccare e ha attribuito la sua sopravvivenza all’amore per i film e i videogiochi di arti marziali che gli avevano insegnato in qualche modo come difendersi. Dopo aver concluso il suo attacco, Emily ha chiamato la polizia. «Ho appena pugnalato il mio ragazzo. Penso sia morto. Sbrigatevi». Quando è arrivato in ospedale, Alex era in condizioni disperate: aveva l’indice, il medio e l’anulare di una mano quasi staccati, tagli sui piedi, sulle ginocchia, sui polsi e lividi sulla testa. Ha subìto sei interventi chirurgici e per tutta la vita porterà addosso i segni sul suo corpo.
Lunedì in tribunale, Javier si è scusata e ha detto di vergognarsi per le sue azioni: «Vorrei poter tornare indietro ogni giorno e cambiare quello che ho fatto». Ma le sue parole non hanno impietosito la corte: dovrà scontare dietro le sbarre 19 anni, pagare 30mila dollari e rispettare il divieto di avvicinare Alex Lovell e la sua famiglia.