Contrordine, quello che ci ammazza è il traffico e non la terra dei fuochi

Uno studio della Federico II ribalta completamente le convinzioni che sino ad oggi hanno invaso il dibattito pubblico nell’area giuglianese. I ricercatori della nota facoltà napoletana analizzando campioni di terreno hanno verificato la presenza di sostanze inquinanti pericolose per l’uomo. Il quadro raccontato da “Il Mattino” è paradossale: ad essere sotto accusa non sono le terre di quello che fu l’agro giuglianese ma bensì il centro città con concentrazioni di piombo ben al di sopra le soglie consentite per legge. Tali parametri sarebbero da attribuire anche per la loro collocazione non periferica ma urbana all’alto traffico di auto. Non ci dobbiamo preoccupare insomma tanto delle ecomafie quanto degli ingorghi.

Il professor De Vivo che ha seguito lo studio non usa mezzi termini: “La terra dei fuochi è una bufala il nostro studio lo dimostra: l’inquinamento è presente nell’area metropolitana di Napoli e lungo il fiume Sarno, valori alti sono registrati solo a ridosso delle discariche. Non altrove. La vegetazione poi non assorbe quasi nulla dai suoli”

Dichiarazioni che fanno eco a quanto sostengono gli esperti dell’Istituto di Portici che studia i rischi alimentari: non poco tempo fa infatti dichiararono che più che al presunto inquinamento dei prodotti della terra dei fuochi era da prestare attenzione alla frutta e verdura che mangiamo esposta per ore e ore a tubi di scappamento delle auto nel centro cittadino.

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