Coronavirus a Napoli, altri 4 pazienti tornano a respirare

Napoli. Altri quattro pazienti in trattamento con il Tocilizumab sono stati estubati ieri al Monaldi. Erano in ricoverati in condizioni critiche, ma ora respirano autonomamente e proseguiranno la degenza al Cotugno. A darne notizia è Il Mattino.

Napoli, altri 4 pazienti tornano a respirare

Uno dei 4 pazienti ha solo 27 anni ed era in terapia intensiva per la polmonite grave ma non aveva altre patologie se non l’asma. Gli altri hanno rispettivamente 57, 56 e 51 anni. Anche loro non sono più in terapia intensiva ma solo in ventilazione assistita in attesa di tornare in degenza.

Il giovane ha preso il Tocilizumab il 18 marzo e da ieri è solo in ventilazione assistita in attesa di essere trasferito in normale degenza.

I medici hanno trattato gli altri tre estubati il 19 marzo e sono i primi tre inseriti nella sperimentazione Aifa su 330 pazienti in Italia.

“Ormai è sempre più chiaro – avverte Vincenzo Montesarchio, oncologo del Monaldi, uno dei ricercatori che insieme a Paolo Ascierto e Franco Perrone del Pascale e a una dozzina di primari del Cotugno conduce la sperimentazione clinica – che il farmaco riesce a funzionare in un intervallo di 48 ore poste a cavallo delle 24 che precedono o seguono la fase critica della malattia, quando diventa necessario il trattamento in rianimazione, quando la grave polmonite interstiziale che si instaura non ha ancora procurato danni irreversibili”.

18 pazienti trattati con il tocilizumab

Tra i 18 pazienti sottoposti alla sperimentazione iniziale a Napoli 4 sono deceduti poiché erano in uno stato avanzato della malattia, 6 sono migliorati e hanno lasciato la rianimazione. Gli altri, invece, hanno registrato miglioramenti nell’ossigenazione e nei parametri dell’infiammazione.

Dopo l’ok dell’Aifa (Associazione italiana del farmaco), alla sperimentazione clinica proposta dai ricercatori e clinici partenopei, sono 3mila i pazienti reclutati da 330 gruppi ospedalieri italiani che hanno aderito alla piattaforma informatica allestita per il via allo studio.

Lo studio, come si legge sul Mattino, coinvolge tre gruppi di pazienti. Il primo formato da malati non ancora intubati (o che lo sono da meno di 24 ore), il secondo in rianimazione da più di 24 ore e il terzo che coinvolge tutti quelli in corso di trattamento dall’inizio fino ad oggi.

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