Coronavirus, Ascierto stende Galli in tv sul Tocilizumab: la cura per i malati del coronavirus è nostra

Ieri sera a Cartabianca, a proposito della cura per i malati di Coronavirus, è scoppiata la solita querelle tra Nord e Sud. Il professor Galli dell’ospedale Sacco di Milano attacca il collega Ascierto dell’ospedale Pascale di Napoli sulla paternità della sperimentazione del Tocilizumab. In questi giorni, molte testate hanno parlato della rivoluzionaria scoperta del professor Paolo Ascierto (oncologo dell’ospedale Pascale di Napoli), che col suo team ha condotto un passo in avanti nella lotta al coronavirus. Grazie alle loro ricerche è stato firmato il protocollo ufficiale di sperimentazione del Tocilizumab, farmaco che sta permettendo di salvare molte vite umane. Non un bello spettacolo quello che è andato in onda a Rai 3, ieri sera. Proviamo a fare un pò di chiarezza.

Galli attacca Ascierto

Durante la trasmissione televisiva Cartabianca (Rai 3), il Professor Galli, direttore e responsabile Malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, ha duramente attaccato il collega Paolo Ascierto:

«Non facciamoci sempre riconoscere. La sperimentazione del farmaco anti-artrite tocilizumab era già in atto da tempo in Cina e il primo ad usarlo qui è stato il dottor Rizzi a Bergamo. Prendetevi pure i meriti ma non fate quelli che tolgono a Cesare quel che è di Cesare e ai cinesi quel che è dei cinesi. Hanno cominciato loro e li abbiamo seguiti noi, stop! Il protocollo approvato dall’Aifa è vostro, peccato però che lo stesso protocollo era già applicato da tempo in almeno dodici ospedali. Non esageriamo a fare provincialismo perché è intollerabile».

La risposta del medico napoletano

Il dottor Ascierto è rimasto attonito, incredulo, e ha affidato ad un comunicato il suo pensiero, probabilmente per non prolungare in Tv il triste spettacolo.

“In un momento di emergenza come questo – ha scritto il dottor Ascierto su facebook – tengo a precisare che il lavoro di brain storming fatto con il dr Franco Buonaguro e le giovani oncologhe Claudia Trojaniello e Maria Grazia Vitale, la discussione “cruciale” fatta con il dr Ming, la professionalità dei dr Montesarchio, Punzi, Parrella, Fraganza e Atripaldi dell’Ospedale dei Colli, il supporto dei nostri Direttori Generali Bianchi e Di Mauro e del nostro Direttore Scientifico Dr Botti, sono tutti elementi che ci hanno portato sabato 7 marzo ad incominciare a trattare i primi pazienti al Cotugno di Napoli. Non ci risulta che qualcuno lo stesse facendo in contemporanea e saperlo ci avrebbe peraltro aiutato. In questa fase, non è importante il primato.

Quello che abbiamo fatto è comunicarlo a tutti affinché TUTTI fossero in grado di poterlo utilizzare, in un momento di grande difficoltà. Non solo. Grazie alla grande professionalità del dr Franco Perrone del Pascale, in pochi giorni siamo stati in grado di scrivere una bozza di protocollo per AIFA che ha avuto un riscontro positivo. Il nostro deve essere un gioco di squadra e la salute dei pazienti è la cosa che ci sta più a cuore. Andiamo avanti con cauto ottimismo … nel frattempo parte la sperimentazione di AIFA. Ce la faremo di sicuro !!!”

Signori si nasce, e resta il fatto che l’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato un protocollo redatto a Napoli, dal dottor Paolo Ascierto. Tutto il resto è sterile campanilismo. O invidia.

Viceversa, sarebbe grave che a Bergamo abbiano trovato anzitempo un possibile argine al coronavirus, e non abbiano condiviso la scoperta con la restante comunità scientifica italiana e mondiale.

 

Testo dell’AIFA che attesta la paternità della sperimentazione all’ospedale Pascale di Napoli

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