Coronavirus, i veri eroi sono medici e infermieri: turni da 24 ore per salvare vite

Turni da 18 ore. Notti insonni, ritmi di lavoro massacranti. Gli eroi silenziosi nell’emergenza del coronavirus sono loro: medici e infermieri. Nella zona rossa del loidignao e in molti comuni della Lombardia, il personale straordinario si sta dimostrando un’eccellenza del nostro Paese. Senza di loro, ricoveri e terapie si fermerebbero.

Una medaglia per medici e infermieri

“Una medaglia per loro”, è la proposta di Rosario Canino, direttore sanitario dell’ASST di Cremona, una delle province più colpite dall’epidemia di questi giorni. Nel nosocomio cittadino, per fronteggiare il contagio, la direzione sanitaria ha dovuto arrangiarsi trovando nuovi posti nella terapia intensiva per i pazienti più gravi. In queste prime due settimane di emergenza medici e infermieri stanno facendo un lavoro enorme sottoponendosi a turni massacranti.  “Meriterebbero una medaglia – dice Canino -. C’è chi ha lavorato anche 24 ore. Noi eravamo pronti a un inizio più graduale – racconta il dottor Canino a Fanpage.it – nessuno aveva previsto una cosa del genere”, tanto che l’ospedale sta cercando personale medico e infermieristico aggiuntivo, per far fronte al flusso continuo di pazienti.

A Cremona situazione difficile

La testimonianza del dottor Canino è importante perché rende perfettamente nota la situazione che l’ospedale di Cremona sta affrontando. Racconta a Fanpage: “Per la terapia intensiva abbiamo quasi raddoppiato i posti letto. A Cremona da 8 a 13 e nell’altro presidio da 4 a 8 e sono tutti occupati in questo momento. Noi abbiamo allestito un tendone prima del pronto soccorso per evitare la calca e quindi che aumentasse la contagiosità. Questo tendone è stato utilissimo nei primi giorni perché ci ha permesso di rimandare a casa gente che non aveva nulla e far transitare al pronto soccorso i pazienti che necessitavano di qualcosa”.

Il Governo affronta l’emergenza

Per sostenere il sistema sanitario, il Governo ha promesso lo stanziamento di 600milioni di fondi e l’ingresso di 20mila medici. Previsto altresì l’acquito di 5mila macchinari per la ventilazione artificiale, che serviranno ad aumentare i posti in terapia intensiva. Infine dalla bozza di decreto legge dell’Esecutivo sul Covid-19 saltano fuori investimenti per nuove strutture e per acquistare dispositivi. Le Regioni che non sfrutteranno le possibilità di far crescere il loro sistema, potranno essere commissariate.

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