Coronavirus, la grande contraddizione: restano aperte palestre, piscine e centri sportivi

Chiuse discoteche, scuole e tribunali. Restano aperte le palestre, le piscine e funzionano i corsi di ballo. Anche in Campania, come in gran parte del resto d’Italia. Purtroppo però il coronavirus non fa differenze tra tipologie di attività commerciali e per espandersi sfrutta tutti i luoghi di aggregazione dove ci siano assembramenti umani.

In Lombardia palestre chiuse

Un provvedimento più drastico per fronteggiare l’emergenza coronavirus è stato adottato soltanto nelle zone rosse e in particolare in Lombardia. Nella regione più colpita dal coronavirus, infatti, le palestre resteranno chiuse fino al 3 aprile così da contenere il contagio. L’annuncio dello stop è stato pubblicato sul sito dell’Ufficio per lo Sport.

“Nella sola Lombardia e nella sola provincia di Piacenza sono sospese, fino al 3 aprile, le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, centri culturali, centri sociali e centri ricreativi”, si legge al punto 3 degli aggiornamenti sulle misure riguardanti le attività sportive nel corso dell’emergenza Coronavirus. Un provvedimento simile è in esame anche in Emilia Romagna.

Campania, lounge bar aperti

Nel resto d’Italia le misure di contenimento funzionano ancora a macchia di leopardo. Scuole, teatri e tribunali hanno sospeso le loro attività su ordine del Governo, ma continuano a funzionare bar, lounge bar e localini della movida. Posti dove, soprattutto nel weekend, i contatti interpersonali sono elevatissimi, le distanze di sicurezza difficilmente rispettate e i relativi rischi di contagio elevati.

Piscine e palestre aperte: rischio contagio più basso?

Ferme anche le partite di calcio, che si giocheranno a porte chiuse. Il decreto legge dell’Esecutivo però consente l’attività dello sport di base e altri centri sportivi, “esclusivamente nel rispetto delle raccomandazioni previste”. Stessa cosa in Campania. A finire nell’occhio del ciclone soprattutto le piscine e le palestre, luoghi che da sempre hanno favorito promiscuità e diffusione di virus e batteri. Queste attività commerciali dovrebbero garantire ingressi limitati e controlli all’ingresso per evitare sovraffollamenti e contatti diretti tra i vari iscritti. Anche gli atrezzi normalmente usati per gli attrezzi ginnici possono essere un veicolo di contagio: è infatti dimostrato che il virus può sopravvivere sulle superfici esterne per alcune ore. Basta una piccola distrzione per entrare in contatto con un’area contagiata e rimanere infettati.

 

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