Anche in piena emergenza sanitaria i clan non smettono di individuare nuovi business su i quali investire. E lo sguardo delle organizzazioni criminali potrebbe posarsi proprio sui prodotti parafarmaceutici, che continuano a scarseggiare nelle farmacie italiane e negli ospedali.
Le mani della camorra sui prodotti parafarmauceutici
Parliamo delle mascherine di protezione di naso e bocca, dei guanti, del gel igienizzante. In altre parole dei kit di sopravvivenza sanitario, che proteggono non solo dal contagio del virus ma anche dalla possibilità di entrare in contatto con batteri e infezioni.
Come riporta l’edizione odierna del Mattino, l’allarme è stato lanciato in questi giorni dai vertici investigativi della polizia. Tre pagine, per richiamare l’attenzione su quanto potrebbe avvenire nei prossimi mesi, quando si potrà tornare a vivere e a rilanciare l’economia nazionale.
Insomma, per la Polizia la camorra e altre organizzazioni sarebbero disposti ad investire su questo settore anche di fronte alla paralisi di altri comparti economici.
Scrive la direzione centrale anticrimine, con la nota a firma di Messina: “Tale scenario potrà evidenziare ampi margini di inserimento per la criminalità organizzata, nella necessaria fase di riavvio di molteplici attività economiche, tenuto conto della circostanza che la crisi attuale si configurerà come portatrice di un deficit di liquidità, di una profonda rimodulazione del mercato del lavoro, del conseguente afflusso di ingenti finanziamenti pubblici, sia nazionali che comunitari, tesi a sostenere cospicuamente l’attuale momento critico e la conseguente ripresa economica”.
Un ragionamento nato dalle informative giunte in queste ultime settimane dallo sco guidato dal dirigente Fausto Lamparelli e del servizio centrale anticrimine diretto da Giuseppe Linares, due massimi esperti di indagini antimafia, che non a caso hanno lavorato per anni a dare la caccia a boss e patrimoni camorristici nell’area metropolitana napoletana.