Coronavirus nel mondo: cresce il numero dei casi. L’Italia è il secondo paese al mondo più contagiato dopo la Cina con 10149 persone contagiate e 366 morti. Il tasso di mortalità ha raggiunto il 4,96%.
Questi sono i dati forniti dal Ministero della Salute italiano sul proprio sito aggiornati all’8 marzo:
Globale
-
118.162 casi confermati nel mondo dall’inizio dell’epidemia*
- 4.290 morti
Cina
- 80.955 casi confermati clinicamente e in laboratorio
- 3.100 morti
Altri paesi
- 24.664 casi confermati in 101 altri Paesi
- 484 morti
- * Avviso: i dati OMS includono dal 17 febbraio i casi confermati in laboratorio e quelli clinicamente diagnosticati (attualmente applicabili solo alla provincia di Hubei-Cina).
Coronavirus: i dati in Italia aggiornati all’8 marzo alle 18
- 7375 i casi totali, le persone attualmente positive sono 6387, 366 deceduti e 622 guariti.
Tra i 6387 positivi:
- 2180 si trovano in isolamento domiciliare
- 3557 ricoverati con sintomi
- 650 in terapia intensiva
Il contrasto e le misure di precauzione
Intanto cresce l’impegno per contrastare il coronavirus. “Per quanto riguarda le forze in campo il numero cresce”, ha detto Borrelli, “siamo a circa quattromila e il numero delle tende messe a disposizione per le strutture di pre-triage sono 412”. Non solo. Per la mascherine “stiamo firmando una serie di contratti che dal 12 marzo al 30 aprile ci metteranno a disposizione 22 milioni di quelle chirurgiche”, ha aggiunto.
Il vaccino e le cure
Gli scienziati del MIGAL Research Institute in Israele prevedono di iniziare a produrre un vaccino Covid-19 nelle prossime otto-dieci settimane, basato sul loro vaccino contro il virus della bronchite infettiva da coronavirus (IBV). L’IBV è una malattia che colpisce il pollame. Secondo i risultati della ricerca, il coronavirus del pollame possiede un’elevata somiglianza genetica con Covid-19 e utilizza lo stesso meccanismo per l’infezione.
La cura sperimentale al Cotugno
All’ospedale Cotugno di Napoli, invece, i medici hanno trattato per la prima volta due pazienti affetti da Covid-19 con un farmaco normalmente usato per curare l’artrite reumatoide. “Già a distanza di 24 ore dall’infusione, si sono visti incoraggianti miglioramenti” hanno spiegato i medici.