Coronavirus, Raffaele muore a 40 anni. L’anestesista: “Ho lottato per lui. Ricoverato troppo tardi”

Napoli. “Credevo che Raffaele potesse farcela per le riserve funzionali dovute alla sua età”. Non si dà pace Gennaro Sulipano, il medico anestesista di Ercolano che mercoledì sera aveva strappato alla morte Raffaele Parisi, 40 anni, dopo aver praticato una ventilazione a mano correndo enormi rischi

Coronavirus a Napoli, Raffaele muore a 40 anni

Tre giorni dopo, però, Raffaele è morto. Risiedeva ai Miracoli e lavorava come sportellista in un ufficio postale.
Ora la moglie è in attesa del tampone.

“È una domenica triste per me”, dice Sulipano al Mattino. “Credevo che Raffaele potesse farcela per le riserve funzionali dovute alla sua età. Ma questa è una patologia che sfugge a ogni controllo, è subdola”, aggiunge il medico rianimatore.

“Non ci sono responsabilità per il suo decesso, era già molto grave, ma per quello che è accaduto prima del suo arrivo al pronto soccorso io dico che sì, si poteva e si doveva fare di più. Questa malattia degenera nel giro di poche ore, una forte tosse diventa all’improvviso una polmonite letale. Tante telefonate al 118 e ti rispondono che “non è grave”, il paziente si preleva quando ormai è troppo tardi”, afferma Sulipano.

Raffaele era stato trasferito a Maddaloni, perché lì c’era disponibilità per un posto di terapia intensiva. Era in fase di peggioramento. Durante l’attesa dell’ambulanza il medico anestesista ha continuato a ventilarlo sino all’arrivo in ospedale. Lentamente il 40enne pare riprendersi. Ma qualcosa va storto. Nella notte tra sabato e domenica le sue condizioni precipitano fino a determinarne il decesso, che mai nessuno si sarebbe aspettato.

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