“Così hanno ucciso Lino Apicella: correvano a 140 km e a fari spenti”, il racconto del collega che era con lui

Quei terribili momenti in cui Pasquale Apicella ha perso la vita sono stati ripercorsi dal suo collega, sedutogli a fianco, in quella notte terribile di qualche mese fa. Secondi interminabili raccontati con lucidità dal testimone oculare che hanno lasciato di stucco i presenti e nello strazio la moglie del poliziotto ucciso, costituitasi parte civile nel processo.

Processo per la morte di Lino Apicella

Il collega ha raccontato dell’inseguimento dell’auto con a bordo i tre residenti del campo rom di Giugliano i quali non si erano fermati a dei posti di blocco. Quando Apicella e il compagno di lavoro li avevano di fatto intercettati, decisero di fermarli posizionandosi lungo la carreggiata.

La vettura con a bordo i malviventi però anziché decelerare cercò di speronare la vettura della polizia fiondandosi contro a 140 all’ora a fari spenti. L’impatto fu così forte da provocare il rimbalzo della potente auto sulla quale si trovavano i banditi e la morte dell’agente.

L’accusa nei confronti dei tre a bordo della vettura è di omicidio volontario, tentata rapina e tentato furto aggravati e di ricettazione. Sotto accusa ci sono Fabricio Hadzovic, 40 anni l’autista dell’Audi A6 che si è scontrata a tutta velocità contro la “pantera” della Polizia, Admir Hadzovic, 27 anni e il 39enne Igor Adzovic. L’ultimo componente della banda, il 23enne Renato Adzovic, non risponde dell’omicidio volontario, in quanto non era a bordo dell’A6.

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