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Covid a Natale, le misure dal 3 dicembre: cenoni, coprifuoco, bar e ristoranti

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Ci sarà un allentamento delle misure di rigore anti-covid. Questo è l’unica certezza. E pare certa anche la data: il 3 dicembre. I contenuti del prossimo Dpcm però sono tutti da definire e sono al centro di un braccio di ferro tra Regioni e Governo.

Nuovo Dpcm, le regole dal 3 dicembre: cenoni limitati

Le ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi sono tante. Le principali però prevedono una limitazione del numero di persone destinate a partecipare a cenoni e feste natalizie. Massimo sei, familiari stretti. Nessun “liberi tutti”, l’Italia non può permetterselo. E molto dipenderà dall’indice Rt che misura la propagazione del virus. E’ in calo in diverse realta territoriali, ma basta poco per farlo risalire.

Sarà un Natale “sobrio e improntato alla massima cautela”, precisa Giuseppe Conte. Ciò varrà soprattutto nelle case, dove l’esecutivo si appresta a fare raccomandazioni, affidandosi “al buon senso degli italiani”. Vigilia e Capodanno potranno essere festeggiati assieme ai familiari più stretti, parenti di primo grado, genitori e figli, fratelli e sorelle. Con la massima attenzione per le persone più anziane.

Riapertura bar e ristoranti, ma con coprifuoco dalle 22

Dopo la tutela della salute, però, l’altra priorità è quella economica. Cioè tentare di salvare il settore più colpito dalle chiusure anti-Covid. Così già con il Dpcm del 3 dicembre ci potrebbe essere un allentamento del coprifuoco che vale in tutto il Paese, spostandone l’inizio dalle dieci di sera alle undici se non a mezzanotte. Nei locali varrà il divieto di tavoli con più di 4-6 persone e quello di bere o consumare cibi fuori dal locale. Lo stop alla movida resterà infatti ferreo. Ma così bar e ristoranti potranno riaprire.

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Per i negozi e i centri commerciali (che potrebbero restare aperti anche la domenica), in modo da favorire lo shopping evitando le tradizionali calche natalizie, è previsto un allungamento dell’orario di apertura e un rigido contingentamento degli ingressi. Si entrerà a scaglioni: i responsabili dei locali dovranno evitare la formazione di assembramenti, sia agli ingressi che all’interno, pena l’irrogazione di sanzioni e multe salate. Resteranno chiuse palestre e piscine.

Rebus dei confini regionali: aperti o chiusi?

Resta però il rebus delle aree più colpite dal contagio: quale sarà il destino delle regioni e delle province ancora in zona rossa o con numeri dei contagi in crescita? Già, perché al momento viene escluso che cadano le restrizioni su base regionale rosse, arancioni e gialle. Ciò significa che chi abita in una Regione o in una Provincia rossa o arancione, non potrà raggiungere i familiari residenti in Regioni o Province di diverso colore.

Riaprire i confini tra regioni potrebbe infatti innescare di nuovo una diffusione del contagio e provocare una terza ondata di decessi a gennaio. Per scongiurare questa ipotesi, il premier Conte e il Governo stanno cercando un compromesso tra l’esigenza di salvare il Natale e il contenimento della pandemia. Riapertura di bar, ristoranti e introduzione del coprifuoco potrebbero diventare misure temporanee da estendere all’intero territorio nazionale, ma con divieto di spostamento tra regioni.

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