L’hanno ribatezzata Omicron 2. E’ una sottovariante della variante principale che già conosciamo dallo scorso inverno. Minaccia di far salire l’indice di contagio e di riempire di nuovo gli ospedali da qui a Pasqua.
Variante omicron 2, ondata di casi
Nell’ultima settimana il numero dei casi positivi in Italia è aumentato del 40 % rispetto alla settimana precedente. Per renderci conto dello scarto, basti pensare che il 4 marzo i positivi al Covid a livello nazionale erano 38mila. Al 20 marzo, dopo 14 giorni, sono 61mila.
Dietro la nuova fiammata dei contagi ci sarebbe l’Omicron 2, ancora più contagiosa della variante “madre” da cui deriva (ma non per questo, spiegano i virologi, più pericolosa o dannosa per la salute). Sarebbe attualmente responsabile del 44 % delle nuove infezioni registrate dall’Istituto Superiore della Sanità. La protezione data dal vaccino, secondo alcuni studi, scenderebbe del 20 %.
Variante più pericolosa?
Secondo le prime rilevazioni ISIS, sebbene Omicron 2 sia più trasmissibile, non è più severa della Omicron originale. Di conseguenza chi si è infettato con l’Omicron 1, non dovrebbe essere esposto alla Omicron 2. Diverso è il caso invece di coloro che hanno contratto il Covid 6 mesi/1 anno nella variante Delta oppure Alfha. In questi casi il rischio di reinfezione – complice anche una protezione vaccinale inferiore di circa il 20 % – si fa più alto.
Le regioni in cui domina Omicron 2
Il sottolignaggio virale di Omicron, tecnicamente noto come Omicron BA.2, ha superato la variante “madre” in 7 Regioni/Province autonome d’Italia: al 7 marzo, la sua prevalenza supera quota 50% in Liguria (79,7%, la punta massima), Pa di Bolzano (75%), Umbria (65%), Lombardia (62,5%), Friuli Venezia Giulia (59,1%), Emilia Romagna (58,3%) e Piemonte (54,4%). In Campania è al 28,9 % ma è certo che diventerà la nuova variazione dominante da qui alle prossime settimane.
A rischio Pasqua
La crescita esponenziale dei contagi avrà ovviamente delle ricadute progressive, da qui alle prossime settimane, anche sul numero dei ricoveri ospedalieri e sul numero dei decessi. A confermarlo all’Adnkronos Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. “Con la velocità di Omicron 2 i contagi saliranno – spiega – anche se oggi dobbiamo osservare le ospedalizzazioni che al momento non ci preoccupano. Il problema è che, aumentando i casi, è possibile che tra un mese, a Pasqua, potrebbero salire anche i ricoveri. E’ un dato che va messo in conto. La speranza è che ci venga incontro la bella stagione, ma temo che da qui a Pasqua possa esserci una recrudescenza”.
Nel resto del mondo
Come già sperimentato in passato, ciò che accade all’estero permette di prevedere in anticipo cosa succederà in Italia ad aprile e maggio. In Scozia, dove la variante Omicron 2 è attualmente quella dominante, il numero dei ricoveri ospedalieri ha toccato quota 2128, uno dei più alti da inizio pandemia. La stessa proporzione per fortuna non si registra negli ingressi in terapia intensiva e neanche nei decessi, grazie anche alla copertura vaccinale. Al momento la Gran Bretagna esclude nuove restrizioni o l’introduzione di misure anti-contagio diverse da quelle già attualmente in vigore.
Sintomi
Come già sperimentato con Omicron, anche Omicron 2 si manifesta negli infetti con sintomi più lievi e differenti rispetto alla variante Delta. Pur essendo infatti più contagiosa e trasmissibile, colpisce le vie aree superiori (bocca e gola). Di conseguenza la sintomatologia classica prevede: naso che cola e molti starnuti, mal di testa e senso di spossatezza, dolori muscolari con relativa stanchezza e mal di gola sono stati i sintomi più segnalati. Verificati, ma meno diffusi, anche casi di nausea e diarrea. La perdita di gusto e olfatto che invece aveva caratterizzato le precedenti varianti al momento non sembra presente nella Omicron BA.2.