L’urna cineraria contenente i resti mortali di Angelo Nuvoletta è da stamani nel cimitero di via Vallesana. A depositarla, intorno alle 11, i familiari del boss scomparso due giorni fa in un ospedale di Parma e poi cremato a Pontecagnano. I resti mortali del padrino riposano dunque accanto ai fratelli Ciro e Lorenzo, scomparsi rispettivamente nel 1984 e nel 1994, all’interno della cappella dei Nobili della struttura di via Vallesana.
10.00 – Erano da poco passate le 10,30 di ieri, quando il feretro di Angelo Nuvoletta ha lasciato Marano. La salma dell’ultimo padrino, proveniente da Parma e arrivata l’altra notte in città, ha sostato per qualche ora nella villa di famiglia di Montesanto. Poi il feretro, scortato dalle auto dei suoi congiunti, ha percorso la via per l’uscita, attraversando gli angusti tornanti della frazione di Marano dove, per un lungo periodo, si sono tenuti i summit di camorra più importanti degli anni Settanta e Ottanta: quelli che di fatto hanno segnato un’epoca criminale.
Ad attenderlo per l’ultimo saluto erano in cinquanta, tra parenti, conoscenti, familiari. Di curiosi nemmeno l’ombra. Nessun applauso, poche parole, sobrietà nei gesti. Niente esequie pubbliche, nessun rito religioso per l’uomo che scontava l’ergastolo, in regime di 41 bis, nel carcere di Spoleto e che fu tra i mandanti dell’omicidio del giornalista del Mattino Giancarlo Siani. Il corteo funebre, diretto a Pontecagnano, luogo designato dalla famiglia per la cremazione della salma, è passato tuttavia davanti alla chiesa della Madonna della Cintura di Vallesana, a due passi dalla storica roccaforte di famiglia, presidiata fin dalle prime ore del mattino dalle pattuglie dei carabinieri e della polizia. Si temevano momenti di tensione. Invece, alla fine, tutto è filato liscio come l’olio.
Top secret – almeno per ora – il luogo in cui le quattro figlie di Angelo Nuvoletta decideranno di depositare l’urna contenente i resti mortali del capo dei capi. Non è da escludere che alla fine optino per la cappella dei Nobili, situata all’interno del cimitero di via Vallesana, dove già riposano Lorenzo e Ciro Nuvoletta, fratelli del boss, deceduti rispettivamente nel 1994 e nel 1984. I tre, anche grazie all’alleanza stretta con i corleonesi Totò Riina e Luciano Liggio, sono stati a capo di un impero criminale che per decenni, ossia dall’inizio degli anni Settanta alla metà degli anni Novanta, ha detenuto il controllo del contrabbando di sigarette, del traffico di eroina e di numerose attività legate all’edilizia e alla sfera degli appalti pubblici. Con la morte di Angelo Nuvoletta tramonta, dunque, definitivamente anche un’epoca. Una storia di sangue e di potere, il cui declino è iniziato il 17 maggio del 2001, giorno in cui il superboss di Montesanto, fu consegnato alla giustizia. Divorato da un cancro che non gli ha dato tregua negli ultimi mesi di vita, il padrino la lasciato la sua Marano, portandosi nella tomba i suoi tanti segreti, come quelli relativi all’uccisione di Giancarlo Siani o dei cinque affiliati al clan Alfieri, strangolati e fatti sciogliere nell’acido proprio a due passi da quella chiesa di Vallesana in cui, ieri, si sarebbero dovuti svolgere i suoi funerali.