Empoli-Napoli 4-2. Sembra un horror, eppure è così. Mai subiti 4 gol dal lontano 2009 quando gli azzurri di Donadoni crollavano sotto i colpi di un Genoa formato Champions.
Settima sconfitta esterna, 43 gol subiti, un Napoli che travolge se stesso e annulla quanto di buono era stato fatto nelle scorse settimane perché spesso questa squadra sembra un leone, che ruggisce, ma che poi ha paura dell’eco del suo ruggito e si sfalda completamente.
La frenata in Toscana è stata brusca e ha fatto sbandare la macchina che correva spedita verso la Champions perché ora sono di nuovo 5 e 6 punti di distacco dalla zona Champions, con 5 gare da giocare.
Il Napoli ha fatto male, malissimo, non scendendo praticamente in campo. E’ stata una sconfitta di squadra ed una sconfitta dei singoli al tempo stesso perché sono caduti come collettivo ma fallendo ad uno ad uno, tutti, tranne Maggio ed Hamsik che ci hanno provato fino alla fine. Koulibaly e Britos hanno dimostrato ancora una volta di non poter giocare a certi livelli insieme, forse neanche in coppia con qualcuno di più forte. Perché Andujar è discontinuo ed abbina partitini ad amnesie. Perché a centrocampo c’è il nulla e perché Callejon è pressoché inutile se non viene servito adeguatamente. Higuain si è fatto annullare da Tonelli, non certo da Piqué, e Mertens dura 15′, poi fisicamente crolla.
Un problema serio emerso ieri dunque, perché il Napoli mentalmente non è sceso in campo, perché Benitez a volte dà l’idea di essere in una bolla in cui si capisce solo lui, immerso nel suo taccuino. Si è dovuto aspettare l’ingresso di Gabbiadini e Insigne per creare qualcosa, perché ormai questi due sono imprescindibili. Eppure si continua a farne a meno, in virtù di una regola di no fly zone che colpisce il numero 7 spagnolo e lo impone sempre in campo.
Tutti male, tranne Hamsik, ma si può ripartire. 5 punti non sono tantissimi, anche considerando il calendario delle romane. Bisogna crederci.