Un sistema. Così l’hanno definito gli inquirenti. Le due cuginette di Caivano erano state risucchiate da un meccanismo perverso di violenze e ricatti. I luoghi dell’orrore sono molteplici, ricostruiti dalla Procura e dalle forze dell’ordine. Tra di essi anche un noto centro commerciale di Marcianise, il Campania.
Cuginette di Caivano, violenze alla “capanna” e in casa
Anzitutto teatro degli abusi sessuali subiti era la “capanna”, com’era stato soprannominato dai ragazzini del posto: si tratta di un immobile abbandonato a Caivano, dove nell’arco dei due mesi le due minorenni – 10 e 12 anni – sono state violentate a turno dal branco di giovanissimi.
Dalle pagine dell’inchiesta emergono però altri luoghi. Ad esempio, tra gli episodi contestati, c’è anche uno stupro avvenuto ai danni di una delle due cuginette a casa di uno degli indagati. In quella circostanza la mamma del ragazzino si sarebbe accorta delle intenzioni del figlio e l’avrebbe invitato a smetterla perché “quella lì è troppo piccola”.
L’episodio all’esterno del Centro Campania
Un tentativo di stupro si sarebbe consumato all’esterno del Centro Campania di Marcianise. La vittima sarebbe riuscita a divincolarsi e a sfuggire al suo aggressore, che per tutta risposta le avrebbe fatto uno sgambetto e avrebbe sferrato un pugno andato a vuoto per fermarla. I fatti contestati in questo caso risalgono a marzo: la bambina era andata al centro commerciale insieme con le sue amiche e venne presa di mira nell’ambito di un incontro fortuito, nel momento in cui era da sola.
Il “sistema”
Per costringere le ragazzine a subire gli abusi sessuali, il branco usava diversi stratagemmi e ricatti: in alcune circostanze strappavano dalle mani delle cuginette lo smartphone e le inducevano a ad avere rapporti intimi per ottenere la restituzione del telefonino. In altre occasioni minacciavano di rivelare tutto ai loro genitori se si fossero ribellate o rifiutate di sottoporsi alle violenze.