Cuneo: “Vi assumo nella mia azienda”. L’appello dell’imprenditore ai suoi rapinatori

Cuneo. Un uomo viene rapinato, ma pubblicamente perdona i rapinatori e gli offre un lavoro nella sua azienda. Si tratta di Antonio Bertolotto, 63 anni di Vignolo, fondatore e presidente della Marco Polo, azienda europea della Green economy che giovedì scorso è stato rapinato nel suo appartamento da ladri probabilmente extracomunitari che per giunta, dopo aver colpito ed immobilizzato moglie e figlia, lo hanno anche malmenato per costringerlo ad aprire la cassaforte di casa.

La vicenda diviene singolare perché l’uomo al quale sono stati sottratti 600 euro e un orologio, all’indomani della rapina, decide di voler perdonare i suoi rapinatori ed anzi assumerli per la sua azienda in modo tale che questi non possano più essere nelle condizioni di rubare. L’unica condizione che pone il benefattore per far si che non si costituisca come parte civile è che i rapinatori restituiscano l’orologio rubato e chiedano scusa alla moglie e alla figlia dell’uomo.

Fatto ciò questi verranno assunti per un anno dall’imprenditore che, qualora in questo arco di tempo si rendesse conto della costanza, dedizione ed impegno degli ‘ex ladri’ , non avrà problemi a tenerli a lavorare ancora per la sua azienda.

Queste le parole dell’imprenditore ai microfoni di “Radio Capital” : “Noi dobbiamo dare dei segnali, questa è povera gente. Noi (occidentali) abbiamo usato il mondo, non possiamo rifiutare asilo a questa gente. Che venga per guerra o per miseria. Queste persone qua quando vengono nel nostro Paese non bisogna metterli in strada ma in ‘caserme’ insegnando loro l’italiano, le regole e lavorare e permettergli poi una ricongiunzione familiare. Perché io sono stato emigrante e l’unica cosa che pensavo a quei tempi era far venir su con mia moglie e i miei figli”

“Se da me in questo anno di lavoro si sono integrati ed hanno manifestato una buona maestranza io li tengo. Perché dovrei mandarli via? Siamo tutte gocce d’acqua e se tutti facessero così faremmo un ‘mare di bene'”.

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