Dalle scommesse clandestine al riciclaggio per il clan Contini: chi è “Massimiliano ‘a capretta”

Sui social era noto per i suoi interventi sopra le righe e le sue “spacconerie” sulla qualità della pizza del suo locale. Ma in realtà Massimiliano Di Caprio, arrestato ieri dalla Guardia di Finanza di Napoli nell’ambito di un’inchiesta sul clan Contini, era una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Aveva precedenti per furto, rapina, lesioni personali, evasione, detenzione e spaccio di droga ed esercizio abusivo di scommesse.

Sequestrata la pizzeria “Dal Presidente”, chi è Massimiliano ‘a capretta

I pentiti hanno aiutato gli inquirenti a ricostruire la sua carriera criminale. Secondo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Di Caprio – detto Massimiliano ‘a capretta – era una figura trasversale della malavita partenopea, in grado di fare affari sia con i Mazzarella che con l’Alleanza di Secondigliano a seconda delle convenienze. Tra il 2013 e il 2014, sempre secondo le rivelazioni di due pentiti, sarebbe stato un riferimento nella gestione dei videopoker e delle scommesse clandestine per conto del clan Giuliano.

Negli ultimi anni, invece, era passato al settore della ristorazione, sfruttando anche il boom turistico della città: dopo aver rivelato il locale “Il pizzaiolo del Presidente” dai precedenti proprietari, aveva iniziato a pubblicizzarsi sulle piattaforme social, in particolare su Instagram e TikTok. La società che gestiva la pizzeria era formalmente intestata a Deborah Capasso, moglie di Di Caprio, pure lei finita agli arresti ma tra i soci occulti ci sarebbe stato Vincenzo Capozzoli, detto “Enzuccio ‘a Miseria”, vero referente del clan Contini.

Rolex d’oro per il figlio

Sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza era finita anche la sua situazione patrimoniale: tra il 2000 e il 2020, Di Caprio ha dichiarato complessivamente redditi, insieme al suo nucleo familiare, per 60mila euro. Una media di appena 3mila euro l’anno per un ventennio. Numeri che fanno a cazzotti col tenore di vita esibito anche sui social. Su instagram veniva ostentato persino un Rolex d’oro con una scritta personalizzata dedicata al figlio.

L’agenzia di viaggi

Gli inquirenti hanno posto sotto sequestro sette immobili, tutti intestati fittiziamente a presunti prestanome del clan Contini, tra piazza Sannazzaro e via Duomo. Complessivamente sarebbero 412mila euro i soldi riciclati in ristorazione, panificazione e acquisto di immobili. Il valore dei beni sequestrati oggi supera i 3.5 milioni di euro.

Tra i beni sequestrati anche un’agenzia di viaggi in via Duomo. Sempre secondo quanto emerge dalle indagini, e dalle intercettazioni tra la commercialista di Di Caprio (ora ai domiciliari) e Deborah Capasso, l’uomo avrebbe costretto il proprietario dell’agenzia a chiuderla e a cederla a un altro prestanome per farne un’altra attività con cui riciclare danaro. “Andò a minacciarlo – dice la moglie di Di Caprio in una telefonata – quello è un buon ragazzo, quello lavora onestamente e andava a picchiarlo ogni tanto”.

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