Città metropolitana, rimpasto deleghe di de Magistris ma nel Pd scoppia il caos. Pirozzi: “Seguo ordini del partito anche se è un errore”

Forza Italia rifiuta, il Pd pronto ad accettare e diventa l’alleato di Luigi De Magistris. In città metropolitana si vive un’atmosfera politica che è tutt’altro rispetto a quella che vive il governatore della Regione e che si respira al comune di Napoli. I consiglieri metropolitani del partito democratico sarebbero pronti ad accettare le deleghe distribuite dal sindaco metropolitano che dunque si trova a governare Santa Maria la nova insieme ai nemici del Pd. Nemici forse solo sino a ieri, fino a che ai cinque esponenti dem non fossero assegnate le varie deleghe.

Tra questi c’è anche il giuglianese Nicola Pirozzi che si dovrebbe occupare di piano triennale dei lavori pubblici e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il problema però, al di là dell’astio politico, è che il segretario provinciale ha bollato l’iniziativa come “totalmente scollegata dalla buona politica”. Costa ha scritto un duro post contro i consiglieri dicendo che si sarebbe aspettato un “congelamento del sì alle deleghe in attesa della discussione interna al partito. Così – scrive Costa – è una decisione individuale dei consiglieri.

L’appello a rinunciare è arrivato anche da altri esponenti dem e c’è chi parla anche di espulsione. Pirozzi si difende e dice di non aver accettato nessuna delega perchè non ha firmato nulla. “Stanno tutti commentando il nulla – dichiara il capogruppo di Giugliano – se il segretario dice che dobbiamo congelare o rifiutare le deleghe lo farò, mi attengo alla linea del partito ma sono solidale con il capogruppo Jossa. Politicamente credo sia un errore rifiutare perché possiamo dare risposte ai territori”.

Pirozzi definisce poi “ridicoli” coloro che in queste ore hanno chiesto l’espulsione dei consiglieri. “lo fa chi è deputato o senatore e guadagna migliaia di euro al mese a differenza nostra che lo facciamo gratis. Voglio vedere chi ha il coraggio di espellere uno come me che milita da anni e ha sempre seguito gli ordini del partito democratico”.

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