deMa attacca De Luca: “Fa ordinanze punitive. Si sfiora il sadismo istituzionale”

Il settore della ristorazione è tra i più colpiti dall’inizio della pandemia in Italia. Per supportare i ristoratori che da più di un mese non hanno entrate si ricorre al cibo d’asporto in diverse regioni italiane.

In Campania, però, non è consentito. A Marzo il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha infatti sottoscritto un’ordinanza nella quale vieta le consegne a domicilio su tutto il territorio al fine di ridurre i contatti sociali.

Di recente il pizzaiolo partenopeo Gino Sorbillo ha annunciato di dover chiudere ben quattro pizzerie a causa della crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria. E anche lui, come tanti, invocano la consegna a domicilio in Campania. Ma da Palazzo Santa Lucia sembra non esserci alcuna intenzione di alleggerire la misura restrittiva.

A prendere le parti dei ristoratori c’è il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Per il primo cittadino si tratta di “una decisione inconcepibile”. “È sbagliata da un punto di vista sanitario, perché portando il cibo a casa con tutte le cautele meno gente esce per strada. Poi ci sarebbe la possibilità di far respirare interi settori che stanno in estrema difficoltà. Addirittura far lavorare persone che sono rimaste senza alcun impiego. Si sono fatte alcune ordinanza che sfiorano sadismo istituzionale”, dichiara de Magistris a Tg Club Speciale Coronavirus.

“Può sembrare una sciocchezza – prosegue il sindaco in collegamento – ma in tutta Italia si aprono negozio per neonati, perché chiaramente i bambini crescono, anche in tempi di quarantena. Da noi solamente in due giorni alla settimana in alcuni orari predeterminati. Ma se tu riduci i giorni, fai andare più gente nello stesso giorno e puoi creare assembramenti. Sono cose che lasciano perplessi la nostra amministrazione. Sono contrario a questo tipo di ordinanza che non serve a salvaguardare la salute. Evitiamo di fare ordinanze inutilmente punitive”.

Presunto focolaio al Vomero

Nelle ultime ore l’amministrazione regionale, sulla base di un aumento del numero di contagi nel quartiere Vomero, aveva avanzato l’ipotesi di un possibile e presunto focolaio nell’area. Anche su questo tema, de Magistris non nasconde il proprio disaccordo.

“Io ho il polso della situazione 24 ore su 24. L’ASL mi comunica quotidianamente il quadro dei pazienti napoletani.
Quando io ho visto questa notizia della Regione Campania sul Vomero, non risultandomi alcun focolaio dai dati che mi erano stati forniti, ho fatto chiamare tramite l’assessorato alla salute del comune di Napoli i vertici sanitari competenti sul territorio, i quali mi hanno illustrato che non c’è nessun focolaio al Vomero. C’è esattamente quello che noi andiamo dicendo da tempo: se una persona positiva che non ha necessità di andare in ospedale viene lasciata in isolamento domiciliare, accade al Vomero come anche in altri quartieri di Napoli, infetta i propri familiari”, spiega il sindaco di Napoli a Tg Club Speciale Coronavirus.

“Infatti, negli ultimi giorni, i dati che noi abbiamo mostrano come la maggior parte dei contagi nella nostra città sono familiari di persone che hanno contratto il virus oppure in ambiente ospedaliero, dove c’è una certa diffusione in alcuni ospedali”, prosegue De Magistris.

Poi attacca duramente il governatore De Luca: “Allora, prima di parlare di focolaio in un quartiere ci vuole molto senso di responsabilità e molta accortezza. Perché o hai dei dati che noi non abbiamo e allora è di una gravità inaudita che il sindaco della città di Napoli non venga informato oppure sé questa notizia è priva di fondamento diffondere, tramite un comunicato, che c’è un focolaio in un quartiere è semplicemente fare procurato allarme. Ed è una cosa molto grave: crei panico in una comunità“.

Buoni spesa

A Napoli sono oltre 18mila le famiglie che hanno fatto domanda per i buoni spesa di cui oltre 14mila quelle accettate per un importo complessivo di circa 4 milioni e 500mila euro.

“Il comune di Napoli sì è mosso tempestivamente grazie anche alle reti di solidarietà. Abbiamo attivato due canali: il fondo comunale di solidarietà, “Il cuore di Napoli”, con cui siamo arrivati a 15mila famiglie. Attraverso un codice, gli aventi diritto vanno presso il supermercato convenzionato e ritirano i generi alimenti. E poi abbiamo il “Banco alimentare di pronto soccorso” con base logistica alla Mostra d’Oltremare. Per chi chiama il numero verde, noi raggiungiamo le case di altri bisognosi con i generi alimentari. Complessivamente arrivano a 17mila persone”, ha riferito il sindaco in trasmissione.

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