Arriva il primo esame del DNA nell’ambito del caso di Olesya Rostova, la 20enne sospettata di essere Denise Pipitone, la bimba di 4 anni scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004. Il primo test genetico ha dato esito negativo: la ragazza apparsa nella tv russa non è figlia di Valentina Kharyova, la donna russa che aveva reclamato per prima la maternità.
Denise Pipitone: esame del Dna, esito negativo per Valentina Kharyova
Una delle prime piste battute anche dal programma russo è che Olesya potesse essere stata rapita da un villaggio nel distretto di Kargopol. I residenti del luogo hanno subito avvisato la possibile madre di Olesya, una donna alla quale nel 2015 alla quale era stata sottratta la figlia. La giovane, subito dopo la trasmissione, era stata portata proprio in quel villaggio, ma oggi è arrivata la conferma del Dna: non è lei.
L’esame del DNA, infatti, non ha confermato la relazione tra Olesya Rostova, rapita da zingari durante l’infanzia, e la sua possibile madre della regione di Kargopol, Valentina Kharyova. Non è dunque la mamma naturale della ragazza. Ad annunciare l’esito negativo del test è stato Anatoly Supakov, residente anche lui a Kargopol, e parente della presunta madre della ragazza. “Ci sbagliavamo – ha detto Supakov –, eppure è così simile ai componenti di quella famiglia. Tutti abbiamo sperato, ma ora è come se una parte dell’anima ci fosse stata tolta di nuovo”.
Speranze per Piera Maggio
Scartata la pista russa, si riaccendono le speranze per Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone. La donna ha detto di essere “cautamente speranzosa”. La somiglianza con Piera c’è: stessa bocca, stesso taglio d’occhi e del naso. Mancano però alcuni particolari: il primo è la cicatrice sotto l’occhio sinistro, presente invece sul faccione della piccola Denise.
Il secondo dettaglio che scoraggia gli investigatori è la mancanza di ricordi riferiti all’Italia. Olesya, infatti, non ha memoria del suo trascorso siciliano e non conosce alcuna parola della nostra lingua. Un particolare che potrebbe essere spiegato solo con una rimozione dovuta al trauma subito.
“In queste ore siamo in contatto con i funzionari dell’Ambasciata italiana in Russia che hanno mostrato ampia disponibilità nel seguire il caso“, ha detto ancora l’avvocato Frazzitta. Intanto, però, ci sono ritardi nell’esame del DNA che hanno spinto i legali della famiglia Pipitone a chiedere l’intervento dell’ambasciata.