L’ex pm Maria Angioni intervenuta a Mattino Cinque ne è convinta: più persone hanno collaborato al sequestro di Denise Pipitone. La bimba scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004 sarebbe stata “passata” di mano.
Denise sequestrata da più persone?
«Secondo la mia ipotesi, più persone hanno collaborato al sequestro e ci sono stati più passaggi di mano della bambina». Angioni, che ha seguito il caso fino al 2005, ha spiegato: «Nei pressi del luogo in cui è scomparsa Denise c’erano più persone appartenenti alla cerchia della famiglia allargata. In molti hanno fatto qualcosa di sospetto. Questo ha ulteriormente complicato le indagini».
Sulla dinamica del presunto rapimento, l’ex pm formula uno scenario: «Non è detto che i due signori che hanno portato la bambina sulla barca a remi abbiano fatto tutto. Sappiamo anche da altre vicende criminose che dalla barca a remi poi si passa alla barca più grande, in modo tale da rendere il movimento, in questo caso della bambina, il più possibile complicato e difficilmente decifrabile». Denise Pipitone è sparita da Mazara del Vallo il 1° settembre 2004 e da allora, nonostante le numerose piste emerse, le indagini hanno portato a un nulla di fatto.
La teoria delle “sentinelle”
L’Angioni non si è limitata a rispondere alle domande. Ha anche avanzato una sua teoria sulla sparizione, accampando l’ipotesi delle “sentinelle”. Cioè persone presenti in città che, nei momenti immediatamente successivi alla sparizione, avrebbero in qualche modo seguito la situazione. «L’idea che ho maturato è che nel rapimento della bambina ci siano stati due gruppi di persone: quelle “cattive” e quelle “buone”. Faccio una premessa: quando ho lavorato a Marsala, c’erano sempre diverse persone sulla strada che sembravano lì a far niente, ma dopo un po’ ho capito che erano sentinelle, non sentinelle necessariamente della mafia, ma sentinelle di qualcosa che non è lo Stato… mi sono detta che ci saranno state anche a Mazara del Vallo e che qualcuno non può che aver visto alcune scene del rapimento di Denise».
L’ex pm prosegue: «Dunque, se questa bambina è stata presa da persone mosse da passione, da rabbia, da odio, è possibile che ci siano state sentinelle che hanno mandato il messaggio ad altre persone: persone che volevano bene alla bambina e che sono intervenute in un secondo momento, prelevandola e portandola via, perché la bambina era in pericolo, perché la bambina, così com’era stata presa quel giorno, poteva anche essere presa in un momento successivo. In questo modo si spiega perché c’era tanta gente sospetta. Tutti naturalmente hanno agito cercando probabilmente di prendere in giro gli inquirenti, sia quelli che l’hanno rapita per farle del male, sia quelli che li hanno bloccati e l’hanno presa e portata lontano, in modo che nessuno potesse farle del male. Ecco, solo così, con una ricostruzione complessa, si spiega perché ci fosse tanta gente che ha tenuto comportamenti che fanno pensare un inquirente: non erano comportamenti cristallini».
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