Settore privato: quando viene pagata
Per i dipendenti del settore privato, non c’è una data precisa che vale per tutti. A fissarla, infatti, sono i singoli contratti collettivi. Tuttavia, prassi e regola generale vogliono che la tredicesima arrivi dopo il 15 dicembre e non oltre la vigilia di Natale. Il contratto nazionale dei metalmeccanici e quello del commercio, fissano proprio il limite al 24 dicembre. Stessa data per gli studi professionali, il settore delle telecomunicazioni e quello chimico-farmaceutico. È discrezione del datore di lavoro la scelta di anticipare, ma gli è vietato andare oltre. Il contratto del turismo e quello delle cooperative sociali parlano, più genericamente, di un corrispettivo da elargire “in occasione della ricorrenza natalizia”.
Settore pubblico: quando viene pagata
Per i dipendenti statali, ci sono piccole differenze a seconda dei ruoli ricoperti. Ma, in generale, il settore pubblico fissa dei giorni più precisi rispetto a quello privato. La tredicesima va consegnata assieme all’ultimo stipendio annuale, che però viene anticipato di alcuni giorni rispetto al solito: dall’ultima settimana si sposta attorno alla metà del mese, proprio per consentire di godere delle feste con qualche soldo in più. La legge afferma che gli insegnanti delle scuole materne ed elementari debbano ricevere la tredicesima il 14 dicembre (lo stesso giorno in cui si incassa lo stipendio). La stessa accoppiata vale anche per il personale amministrato dalle direzioni provinciali del Tesoro, ma il 15 dicembre. Il 16 dicembre ricevono l’assegno il personale insegnante supplente e tutti gli altri dipendenti statali. Le date cambiano se i giorni fissati sono festivi: la consegna della tredicesima viene anticipata alla giornata lavorativa precedente. È quello che succederà nel 2018: il 15 e il 16 dicembre sono sabato e domenica. Quest’anno, quindi, i pagamenti per i dipendenti pubblici partiranno tutti il 14 dicembre.
Come si calcola la tredicesima
La tredicesima corrisponde a un dodicesimo della retribuzione lorda annuale, calcolata in base ai mesi effettivamente lavorati. Se un dipendente ha lavorato dodici mesi per 2mila euro lordi, percepirà 2mila euro. Se ha lavorato dieci mesi ne incasserà 1666. Va però ricordato che la somma lorda annuale di partenza deve essere tarata in base agli elementi della retribuzione “con carattere di continuità imponibili per fini contributivi”. In sostanza, non si considerano straordinari, festivi e maggiorazioni di altro tipo. E vanno poi sottratte le ritenute fiscali e previdenziali. Ecco perché la tredicesima non corrisponde a uno stipendio pieno. E se il datore di lavoro non paga? La tredicesima è esattamente come uno stipendio. In caso di mancato pagamento, quindi, il dipendente può far valere gli stessi diritti che gli sono garantiti per la busta paga. I lavoratori possono quindi inviare un sollecito formale e richiedere l’immediato pagamento tramite sindacati e associazioni di categoria. Il diritto a percepire la tredicesima si prescrive dopo tre anni.