Dirty Soccer- Parte tutto da Moxedano, presidente del Neapolis Mugnano

Dirty Soccer, questo il nome dell’indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro che ha portato all’arresto di 50 persone coinvolte in un traffico di calcioscommesse. Tra i nomi più importanti spiccano quelli di Mario e Raffaele Moxedano, ex dirigente e capitano del Neapolis Mugnano.

 

Arresti e perquisizioni in 21 provincie italiane, tra Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia, il capo d’accusa è associazione a delinquere, finalizzata alla frode sportiva, aggravata dall’associazione mafiosa. Ci sarebbero almeno cinque latitanti, e oltre settanta indagati. Accertata l’esistenza di due diverse associazioni criminali in grado di alterare risultati degli incontri di Lega Pro e Serie D. Decine le partite combinate, almeno 30 le squadre coinvolte: vi sarebbero Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor Lamezia, Sant’Arcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo.

 

Le indagini partono proprio dal Neapolis Mugnano ed è una situazione tutt’altro che semplice perché a differenza del filone di Cremona, dove i soggetti interessati erano comunque di alto rango sociale, qui ci sono stati episodi di sequestri di persona e pestaggi, sono coinvolti soggetti decisamente pericolosi.

L’indagine è partita da un’inchiesta su Iannuzzo esponente di spicco della ‘ndrangheta, una cosca specializzata nell’imprenditoria. Proprio a Iannuzzo il presidente del Neapolis si era rivolto per cercare di vincere il campionato, praticamente senza giocatori. Il boss nelle intercettazioni parlava di “babbi” riferendosi agli atleti, decisamente non all’altezza della situazione.

 

Moxedano, imprenditore edile e proprietario di alcune sale bingo, è stato legato anche al Calcio Napoli perché nel 1994 acquistò le quote del club azzurro insieme a Gallo e Pinzarrone, che ha poi vissuto brutte esperienze con la giustizia perché comprò le sue quote societarie con assegni a vuoto. Dopo alcuni mesi Moxedano è però costretto a lasciare nonostante il raggiungimento, miracoloso, della Coppa UEFA sotto la guida dell’astro nascente Marcello Lippi perché i calciatori non percepiscono gli stipendi e mettono in mora la società che tornerà dunque nelle mani dell’ingegnere Ferlaino.

 

Nel 2005 fonda il Neapolis, una squadra apolide che raggiunge comunque la Serie C peregrinando per la provincia partenopea, partendo da San Giuseppe, arrivando a Frattamaggiore, Mugnano, lo scorso anno Torre del Greco per poi tornare a Mugnano, il feudo di Mario Moxedano, feudo da dove questa mattina è stato prelevato dai carabinieri per il trasferimento in carcere.

 

 

Anche Il procuratore federale Stefano Palazzi ha preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni sull’inchiesta.

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