Mercoledì pomeriggio 22 alla bibiloteca di Villaricca e Domenica 31 Gennaio l’associazione Ibris di Giugliano, sarà presentato la lettura della raccolta di liriche.
La prima esperienza poetica di Antonio Cipolletta è figlia di venticinque anni di esperienza: in essa la poesia diviene la diretta espressione della realtà. Il volume è stato suddiviso in due sezioni: la prima si apre con i versi dialettali, mentre la seconda ritorna al recupero della tradizione della lingua nazionale. Da una prima lettura si evince che la scelta della rima non è rincorsa sistematicamente, ma inserita solo nel concepimento originale. I limiti nella tecnica e nella metrica sono soppiantati da una sincerità nell’approccio poetico, tipica degli artisti che concepiscono lo scritto immersi nel marasma del lavoro quotidiano. Le sensazioni espulse dal mondo ritornano al lettore filtrate dalla sorpresa e della meravigliata provate dal Cipolletta.
Due, i blocchi tematici delle sezioni. Al dialetto sono affidate le riflessioni sugli aspetti della vita dell’autore. Ricorre più volte l’inchiostro sulla morte del giovanissimo figlio. Nascenne addo’ nn’esiste cchiù rimarca la “Livella” di Totò in una sorta di allucinazione che porta a sentire la voce del piccolo scomparso, laddove è lo stesso poeta che si ridesta, vedendo che dietro il marmo stava avvenendo il parto di una cagna. Ma il cimitero non è solo un posto funereo, anzi è crocevia di un’umanità che si apparecchia delle apparenze più sfarzose. O’ masto e o’ ‘uagliunciello potrebbe essere il manifesto delle vittime di necessità. Il lavoro in cantiere è una doppia lotta sia contro le insidie manuali sia con la sopravvivenza. Senza dimenticare come riscatto sociale e spirito di rivalsa, si riflette nell’orgoglio di fare il muratore.
La lingua italiana è utilizzata da richiamo per lo stupore dell’umanità. Il mio mondo e Girando l’Italia testimoniano invece dell’impossibilità di restarsene distaccati dal vivo tumulto che circonda il poeta; d’altro canto, le poesie in italiano mostrano la povertà del passato contrapposta a un’accettazione del presente fatto di piccole cose, contro le aspirazioni giovanili della notorietà. In esse, inoltre, elementi paesaggistici di stupore si intrecciano ad altri di apprezzamento della bellezza, di valore contemplativo. In altre ancora si manifesta un autentico recupero della dimensione della fede. “Scrivevo poesie sul muro per non dimenticarle, solo dopo le recuperavo. L’arte poetica non è fuori ma è insita nel lavoro manuale”, asserisce Cipolletta.
Antonio Cipolletta è nato a Qualiano (Na), il 01/01/1951. Il suo mestiere di muratore non gli ha vietato di darsi alla produzione di versi; anzi, gli ha dato le basi per la comprensione profonda delle logiche di una realtà vasta e complessa come quella dei suoi giorni. La sua attività arriva anche alla pittura, con tale in cui ritrae i luoghi e i volti della sua ispirazione, e nella recitazione.
Comunicato Stampa