Partite le operazioni di prosciugamento del laghetto nell’ex cava di masseria Monticelli, dove il 19 aprile sono stati rinvenuti i cadaveri di Luigi Simeone e Immacolata Assisi. Per il duplice delitto è stato arrestato un giovane incensurato di Pianura, Antonio Riano, che stava in trattativa con la coppia per l’acquisto della loro abitazione. Gli investigatori del commissariato di Giugliano, insieme ai vigili del fuoco , stanno cercando la pistola con la quale è stato commesso il delitto. Ritengono che sia stata gettata in fondo all’invaso. Per giorni, con la collaborazione dei militari dell’Esercito, l’ex cava è stata passata al setaccio con il metal detector ma le ricerche si sono presentate particolarmente complicate per la presenza di scarti ferrosi. Tolta l’acqua si avrà modo di vedere cosa c’è sul fondo: al momento non si trova neanche la borsa di Immacolata Assisi e né le chiavi del taxi sul quale è stata trovata un’impronta digitale del giovane arrestato. Intanto, le indagini vanno avanti a tutto campo anche perché gli inquirenti sospettano fortemente che il giovane arrestato abbia avuto almeno due persone che lo abbiano aiutato. Intanto, le tracce di sangue, il Dna dell’indagato e i rilevamenti balistici sono gli esami, irripetibili, effettuati presso gli uffici della polizia Scientifica della Questura di Napoli dagli esperti del Commissariato di polizia di Giugliano, insieme ai periti nominati dal difensore del giovane arrestato. Sono i punti chiave dell’inchiesta che, per ora, vede coinvolto come unico indagato Antonio Riano. Controlli anche sull’auto sequestrata del giovane, una Renault Scenic Xmode ma di proprietà del padre, dove sarebbero state trovate delle tracce ematiche e altre impronte, che potrebbero appartenere ai complici dell’atroce delitto. Entro un paio di giorni, infine, saranno ultimati i controlli nel laghetto e si spera che possano essere trovati altri indizi utili alle indagini.