Forse una svolta, forse e no. Una mossa del pm che conduce l’inchiesta sul duplice omicidio di Luigi Simeone e Assunta Assisi, potrebbe essere la svolta. Il pubblico ministero ha presentato prove di tracce ematiche e delle impronte digitali rinvenute all’interno dell’auto delle vittime. Per adesso l’uno accusato è il 27enne Antonio Riano.
La coppia fu ritrovata nel tardo pomeriggio dello scorso 19 aprile. L’allarme fu lanciato da una prostituta che vide il taxi parcheggiato sul ciglio di cava Masseria Monticelli nei pressi di via Ripuaria. Ad insospettire la donna le tracce di sangue sui sedili della Fiat Multipla che era chiusa e i bossoli nei pressi della vettura. Poi la telefonata al 113 e l’arrivo della polizia sul posto. Giunti sul posto furono poi scoperto i corpi dei due coniugi residenti a Melito e tre giorni dopo arrestato il fioraio.
Oggi la scoperta di altre tracce ematiche nel bagagliaio del taxi. Prove che sarebbero schiaccianti e che non hanno permesso al legale del giovane di ottenere la scarcerazione. In settimana potrebbero essere svelati altri indizi, altre tracce lasciate da chi era in quel momento sulla scena del crimine. E poi il giallo della richiesta di aiuto di Luigi Simeone ad un amico: “Se ho problemi con gente malamente mi dai una mano?”.
Il tutto sarebbe successo nei giorni precedenti al delitto. Da metter insieme ci sono ancora tanti tasselli. Di certo, chi ha ucciso non era da solo: con lui c’erano almeno altre due persone. La polizia stringe i tempi e il cerchio intorno a chi si è macchiato di questo atroce delitto.