L’assessore Romano parla di legge da applicare, una norma che prevede la costruzione dell’inceneritore proprio a Giugliano. Il sindaco di Napoli De Magistris si dice nettamente contrario ad un impianto nel cuore della Terra dei Fuochi. Al centro della discussione ci sono però ecoballe che vanno smaltite, che devono abbandonare quelle terre che oramai, in verità, sono compromesse. Cosa fare? La soluzione non è semplice.
Innanzitutto parte del sito è sotto sequestro da anni. In quelle ecoballe ci sarebbe qualcosa che non va. Rifiuti tossici che non potrebbero essere smaltiti in un inceneritore. Poi bisogna stabilire di chi sono queste ecoballe, se dell’Impregilo o dello Stato, ma soprattutto si dovrebbe stabilire a cosa servirà in futuro un impianto del genere. Se l’investimento è di 400 milioni e si impiegheranno 8 anni per smaltire i rifiuti impacchettati è plausibile che dopo aver investito tanti soldi il gestore, o il proprietario, poi chiuda l’impianto? No non è plausibile. Quindi Giugliano non sono riceverebbe l’inceneritore per bruciare i rifiuti che sono di tutta la Campania, ma per anni e anni si ritroverà a ingoiare la spazzatura dell’intera Regione e non solo. Danno e beffa di una situazione che è diventata davvero insostenibile e che è e sarà il nodo politico di tutte le amministrazioni che seguiranno sia in città sia a palazzo Santa Lucia.
Una soluzione alternativa ci sarebbe e sarebbe anche meno costosa. Ne parla stamattina su Il Mattino Piero Salatino, docente della Federico II. Le ecoballe potrebbero essere smaltite in impianti diversi come i cementifici. O come dice Raffaele Del Giudice, presidente Asia, si potrebbe mettere in campo un riprocessamento delle balle e un adeguamento degli impianti stir. Insomma le alternative ci sono. Sarà solo e soltanto la politica a decidere.
Poi c’è la proposta alternativa di un gruppo di attivisti: creare un impianto per la produzione di energia rinnovabile. Di questo progetto ne se discuterà lunedì sera in piazza Matteotti.