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Emergenza rifiuti in Campania, “danno da 2 milioni di euro”. Coinvolto anche assessore di Napoli

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Inviti a dedurre per l’assessore al Bilancio del Comune di Napoli Salvatore Palma, dirigente Giuseppe Pulli e l’ex ragioniere generale Raffaele Mucciariello. La vicenda riguarda degli oneri di smaltimento rifiuti non pagati 2005-2009 all’Uta della Protezione Civile. Il danno erariale ipotizzato è di 2 milioni di euro.

La procura regionale della Corte dei Conti per la Campania, nella persona del sostituto procuratore generale dott. Ferruccio Capalbo, ha emesso degli inviti a dedurre nei confronti degli esponenti del comune di Napoli in relazione ad irregolarità nella contabilizzazione di poste debitorie dell’ente verso l’unità tecnica amministrativa (subentrata nella gestione dei crediti/debiti dell’ex commissariato straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania).

In particolare, i finanzieri hanno ricostruito la gestione contabile di una consistente massa debitoria a carico del comune partenopeo, originatasi nel periodo 2005-2009, quando, in piena situazione di emergenza sanitaria, il commissariato per l’emergenza si sostituì agli ee.ll. campani nel servizio di smaltimento rifiuti. nonostante abbia sottoscritto, nel 2008 e nel 2012, due convenzioni con l’Uta per regolare i termini e le modalità dei pagamenti dovuti, il comune di Napoli è da circa 5 anni rimasto moroso di una cifra superiore ai 93 milioni di euro che, ad oggi, sommata agli oneri accessori, si approssima ai 140 milioni di euro.

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Nonostante l’evidente rilevanza e l’assoluta incontrovertibilità del debito, solo una porzione di esso, pari a circa 21 milioni di euro, è stata iscritta nel bilancio comunale. Le conseguenze dell’omessa esposizione in bilancio dell’intero debito esistente verso l’uta, hanno fatto mancare a quest’ultima le risorse necessarie a soddisfare i rispettivi creditori, causandole maggiori esborsi dovuti a interessi e spese legali, quantificati in oltre 2 milioni di euro.

Le indagini hanno fatto emergere ipotesi di presunta responsabilità a carico di un assessore e di due dirigenti di vertice del comune, i quali, pur in presenza di una normativa di favore che, nel 2013 e 2014, permetteva di ricevere anticipazioni di liquidità da parte della cassa depositi e prestiti per soddisfare i debiti in essere, circostanza di cui il comune comunque si avvalse per oltre 1 miliardo di euro, omisero di liquidare all’uta quanto meno i 21 milioni di euro già impegnati in bilancio.

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