Emergenza siccità: quali sono le 6 regioni che rischiano di chiudere i rubinetti

Continua l’emergenza siccità in Italia e il governo dovrebbe varare lo stato di emergenza a breve. Governo e Protezione Civile sono al lavoro per individuare una vera e propria zona rossa di regioni travolte dalla siccità.

La siccità in Italia ha ormai superato i livelli critici e le istituzioni sono al lavoro per un piano nazionale che contenga gli effetti della crisi idrica. 

Siccità: le regioni a rischio

Dopo mesi di assenza di precipitazioni e picchi di caldo, la situazione è particolarmente critica, già ora che siamo all’inizio dell’estate. Così sindaci e presidenti di regione stanno provando a correre ai ripari chiudendo fontane, vietando il lavaggio delle auto e di innaffiare orti e giardini, tagliando l’erogazione dell’acqua potabile dalle 23 alle 6. Ci sono poi governatori di Regione che proibiscono di usarla per fini diversi da quelli igienici e domestici, mentre sulle spiagge si transennano le zone docce e i gestori dei parchi acquatici chiedono di poter riempire le piscine con l’acqua di mare. Un’emergenza che spaventa visto che parliamo di un bene primario come l’acqua.

Ci sono però regioni che soffrono più di altre in questo momento. Quelle maggiormente in difficoltà sono: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio.

La Protezione Civile ha emesso un’allerta gialla di cinque giorni per rischio temporali sul Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e settori di Piemonte e Trentino Alto Adige, ma la pioggia prevista per questi giorni si pensa che non basterà per calmierare l’emergenza. L’inverno rigido ma senza precipitazioni ha fatto sì che nel mese di giugno il Po registrasse il livello dell’acqua più basso degli ultimi 70 anni e alcuni tratti del letto del fiume sono completamente in secca. A causa di ciò sono già centinaia i comuni che hanno firmato ordinanze per limitare l’uso dell’acqua potabile o per sospendere l’erogazione durante le ore notturne.

Ma cosa cambia con lo stato di emergenza? Potrebbero essere chiusi i rubinetti delle fontane pubbliche e l’uso dell’acqua potrebbe essere impedito per fini come il lavaggio dei veicoli o l’irrigazione dei giardini. In provincia di Frosinone, ad esempio, quasi 22 comuni rischiano di dover fare delle “turnazioni idriche”

 

 

 

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