“Enzo Tortora, una ferita italiana”, convegno e dibattito a Villa Tiberiade

“Enzo Tortora è stato arrestato in uno dei più lussuosi alberghi romani, il Plaza; ordine di cattura nel quale si parla di sospetta appartenenza all’associazione camorristica Nuova Camorra Organizzata (N.C.O), il clan cioè diretto e capeggiato da Raffaele Cutolo: un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e dei reati contro il patrimonio e la persona”. Era il 17 giugno del 1983. Struggente la testimonianza dello stesso Tortora che, in un’intervista concessa a Giuseppe Marrazzo il 14 maggio 1984, ricordò il drammatico momento dell’arresto avvenuto l’anno prima: «Ero in una stanza d’albergo, dove scendo da circa 20 anni; bussarono alle 4:15 del mattino, tenga presente che il giorno precedente avevo respinto con un sorriso la notizia che alcuni colleghi giornalisti (ex colleghi perché sono stato sospeso dall’ordine) mi diedero: “c è un’ansa che dice che ti hanno arrestato”. Dissi (all’epoca avevo ancora un pò di ironia): “credo che la notizia sia leggermente esagerata!”». Oltre trent’anni dopo, la vicenda umana e giudiziaria del noto conduttore televisivo, politico e giornalista, continua e continuerà a far discutere perché rappresenta uno degli esempi più dolorosi di malagiustizia nella storia del nostro Paese. Il suo caso, che si concluse con l’assoluzione in appello dopo un’ingiusta detenzione cautelare e la incredibile condanna in primo grado, nonché una feroce gogna mediatica, è stato raccontata da Ambrogio Crespi nel suo “Enzo Tortora, una ferita italiana”. Il docufilm sarà proiettato, grazie alla disponibilità del regista, nell’ambito dell’omonimo evento organizzato dalla Camera Penale di Torre Annunziata, che si terrà proprio nella città oplontina, a Villa Tiberiade, sita in via Prota 83, il 23 giugno alle ore 14,30. Nell’occasione, dopo i saluti di rito del Presidente dell’Ordine di Torre Annunziata, delle Associazioni forensi e delle Istituzioni, si assisterà alla proiezione del docufilm “Enzo Tortora, una ferita italiana”; quindi il dibattito in cui interverranno il regista Ambrogio Crespi, il giornalista Arturo Diaconale (membro del Cda RAI e fondatore della Onlus “Tribunale Dreyfus”), l’Avv. Maria Brucale (direttivo di Nessuno Tocchi Caino), l’Avv. Domenico Nicolas Balzano (Foro di Torre Annunziata) e l’Avv. Claudio Botti (Foro di Napoli). La Camera Penale, per il tramite dell’Avv. Salvatore Barbuto, esprime tutta la propria soddisfazione per l’imminente evento e sottolinea l’importanza della memoria storica: “Tra le disposizioni testamentarie di Tortora vi fu quella di avere nell’urna, insieme alle sue ceneri, una copia del libro “Storia della colonna infame” di Alessandro Manzoni nell’edizione con la prefazione di Leonardo Sciascia, che racconta uno dei primi casi di malagiustizia accaduto a Milano durante la terribile peste del 1630 in cui furono erroneamente condannati due untori. Sulla lapide di Tortora – continua Barbuto – c’è inoltre un epitaffio, un epigrafe dello stesso Sciascia: “Che non sia un’illusione”. Ecco, il tema del dibattito sarà questo: cosa ci ha insegnato il caso Enzo Tortora? La sua vicenda è servita quale monito per evitare episodi simili o ancora più gravi? Bisogna ripartire da questo per scongiurare che la storia del povero Tortora possa ripetersi ancora.”.

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