Cos’è l’eparina? E’ di ieri la notizia che le cure con l’eparina contro il Coronavirus, adottate in un ospedale di Piacenza, stanno dando buoni risultati. L’utilizzo del farmaco nei casi di polmonite interstiziale causata da Coronavirus sta dando risultati positivi. La sperimentazione è partita all’ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza), il primo ospedale Covid in Italia dal 29 febbraio.
Già applicato dal 17 marzo in più di 150 pazienti ricoverati per polmonite interstiziale con risultati promettenti in termini di miglioramento clinico e potrebbe essere esteso a tutta l’Azienda Usl di Piacenza. Questa esperienza apre la strada a nuovi protocolli nella cura dei pazienti affetti da coronavirus e potrà essere condivisa con altri ospedali.
Cos’è l’eparina?
L’eparina è un glicosaminoglicano altamente solfatato, ampiamente utilizzato come farmaco iniettabile anticoagulante. Ha la più alta densità di carica negativa tra tutte le biomolecole conosciute. Può inoltre essere impiegata come collirio oppure per formare superfici anticoagulanti in esperimenti di vario genere e cure mediche (emodialisi). L’eparina ad uso farmaceutico viene ricavata generalmente dalla mucosa di intestino suino o di polmone bovino. Da sottolineare che l’eparina viene prodotta dai mastociti ed inglobata in granuli a secrezione regolata insieme ad altri granuli così come l’istamina, venendo liberata in modo violento quando avvengono reazioni allergiche causate dal riconoscimento di antigeni dai recettori sui mastociti.
È sull’elenco dei farmaci essenziali per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre ad essere tra i farmaci più efficaci e sicuri nel sistema sanitario. Nota anche come eparina non frazionata (UFH). È inoltre disponibile una versione frazionata di eparina, nota come eparina a basso peso molecolare.
L’eparina si somministra per via parenterale perché l’intestino non la assorbe, a causa della sua elevata carica negativa e di grandi dimensioni. Può essere iniettato per via endovenosa o sottocutanea (sotto la pelle); le iniezioni intramuscolari (nei muscoli) sono evitate a causa del potenziale per la formazione di ematomi. A causa della sua breve emivita biologica di circa un’ora, l’eparina deve essere somministrata frequentemente o come infusione continua.
A cosa serve l’eparina?
L’eparina è largamente impiegata come “fluidificante” del sangue. La utilizzano pazienti per una maggiore coagulabilità del sangue o anche per la presenza di determinate malattie o fattori di rischio. L’eparina è fondamentale prevenire la formazione di coaguli sanguigni anomali (i cosiddetti trombi).
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Si somministra in caso di fibrillazione atriale, dalla trombosi venosa profonda e dalla sindrome coronaria acuta (attacco di cardiopatia ischemica); il suo utilizzo è inoltre indicato nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico maggiore e in quelli dializzati (la dialisi è una tecnica usata per purificare il sangue quando i reni non funzionano adeguatamente).
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