Erano inseparabili Ciro e il suo Obò. Il legame tra il 36enne e il piccolo meticcio era così forte che il cagnolino è stato con lui fino alla morte. Quando ieri il cadavere di Ciro è stato ritrovato dopo 48 ore dalla sua scomparsa, Obò era lì, a vegliare sul corpo senza vita del suo padroncino.
Ercolano, il cagnolino Obò veglia sul corpo di Ciro
Secondo quanto ricostruito, il giovane stava vivendo un periodo di forte crisi a causa del lockdown che lo costringeva a casa. A rendere più complicata la situazione anche la crisi economica generata dalla pandemia. Ciro, barman e lavoratore stagionale, rischiava di restare a casa quest’estate. La sera del 23 aprile è uscito di casa per portare a spasso Obò, il suo cagnolino. Con sé aveva anche una bottiglia d’acqua e i suoi farmaci antidepressivi.
Dopo alcune ore è scattato l’allarme. Il 36enne infatti non è più rientrato. Dopo le ricerche attivate dalle forze dell’ordine, e la denuncia sporta all’Arma dei Carabinieri, ieri è giunta la triste notizia. Due ragazze hanno ritrovato il corpo senza vita nelle campagne di fronte a Villa Fiorita. Le due giovani hanno subito chiamato i soccorsi. Hanno ritrovato Obò adagiato vicino al corpo del padroncino, lo stava vegliando.
I familiari hanno raccontato ai Carabinieri e ai soccorsi che Ciro era un ambientalista, amava la natura e che questo lockdown lo aveva fatto cadere in depressione. Il piccolo Obò ha persoil suo padrone. Lo ha accompagnato in questi momenti difficili e non l’ha abbandonato neanche nel momento più tragico della morte.