Esce dal carcere e violenta 87enne, il precedente di Nunzet. La fidanzata: “1200 giorni ad aspettarlo e poi?”

Esce dal carcere dopo tre anni di detenzione. Passano pochi giorni e ci ricasca: violenta una 87enne di Pagani, a Sorrento, mandandola all’ospedale. Luigi Nunzet, precedenti per droga, nell’estate 2014 era stato arrestato dalla polizia con l’accusa di aver picchiato e abusato sessualmente di una  sorrentina 42enne affetta da disabilità.

La vittima aveva riferito di essere stata inseguita per strada da due persone che poi, approfittando del suo handicap, l’avevano raggiunta, picchiata, violentata e persino presa a morsi davanti alla porta di casa: un racconto agghiacciante, assai simile a quello riferito a medici e forze dell’ordine dall’87enne sorrentina aggredita qualche giorno fa in via Rota.

Ad aspettarlo con ansia era la fidanzata, Manuela, che su Facebook aveva sgranato l’attesa di poterlo riabbracciare dopo tre anni come un rosario: “Posso far finta di star bene, ma mi manchi”, o ancora: “1186 giorni senza te. Non vedo l’ora di rivedere i tuoi occhi”. Decine di messaggi e foto. Ma poi alla notizia dell’ennesimo guaio giudiziario per il fidanzato tanto atteso tutta la delusione e l’amarezza riassunte in un post pubblicato il 17 agosto: “1189 giorni a difenderlo, a combattere, a sperare, a illudermi e sognare. Solo 7 giorni per cancellare tutto. Che stupida che sono”.

Ciò che emerge dalla diagnosi dell’anziana stuprata nell’androne di un palazzo di via Rota è raccapricciante: la donna presenta ecchimosi, ferite da morsi sul volto, emoraggia cerebrale e lesioni alla vagina. Ad incastrare Luigi Nunzet un pantalone sporco di sangue trovato a casa sua dopo una perquisizione domiciliare. Incalzato dalle domande, il 28enne non ha potuto che confessare. Ora è in stato di fermo in attesa del giudizio di convalida. Per lui, dopo tre anni, si riapiranno le porte del carcere. Intanto sul profilo del giovane si scatena il web. Sotto a un post recente, pubblicato il 20 agosto, alcuni utenti della rete invocano il linciaggio: “Impotente che non sei altro”, “schifoso e pervertito”, “meriti la castrazione chimica”.

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