Fabrizio Frizzi sarebbe morto per un tumore al cervello. L’emorragia celebrale sarebbe stata provocata propria da una neoplasia cerebrale. A un giorno dalla morte del noto conduttore è questa la rivelazione choc che circola in queste ore.
Il cancro avrebbe dunque strappato alla vita Frizzi condannandolo a morte e la sua vita sarebbe stata appena a un filo sin da quell’ottobre in cui accusò un malore durante la registrazione di una puntata de L’Eredità. Anche l’ischemia che infatti lo aveva tenuto lontano dalla tv per un mese rientrerebbe in questo quadro clinico. E’ in quella circostanza che, attraverso una serie di esami clinici, lo showman aveva scoperto la patologia di cui soffriva. E nonostante le terapie a cui si era sottoposto, aveva deciso di andare avanti, di tornare in tv alla conduzione del programma pomeridiano di RAI1 e di lottare “per sua figlia Stella e per sua moglie”, Carlotta Montavan.
L’emorragia cerebrale sarebbe stata dunque solo la spia di una malattia ben più grave. Un tumore lo affliggeva rendendo impossibile qualsiasi intervento chirurgico. Lo lascia imtendere su Libero e su Dagospia la parlamentare Melania Rizzoli, medico che spesso si dedica ad articoli sui temi della salute. «Il conduttore televisivo più amato dagli italiani era consapevole di essere affetto da una malattia che aveva coinvolto il suo cervello e che il suo non era stato soltanto un accidente vascolare, perché quella “ischemia” che lui stesso aveva raccontato era stata invece solo il primo campanello di allarme di una patologia che non era stata operata, ma che aveva segnato i presupposti della sindrome neurologica che lo ha condotto all’emorragia fatale».
Il tumore sarebbe stato troppo esteso per essere operato. Per questo il conduttore si era affidato alla ricerca medica. E lo aveva fatto intendere lui stesso quando, nella famosa intervista rilasciata a “Gente” pochi giorni prima di morire, il 17 marzo, aveva dichiarato che “Tra un mese, o forse un po’ di più, saprò come vanno le cure. I medici ogni tanto mi danno buone notizie. Ma dosano bene le parole“. Di qui dei cicli di terapie, anche chemioterapiche, che non sono bastati per salvarlo da una ben più grave emorragia che si è estesa a tutto il cervello nella notte tra il 25 ed il 26 marzo.
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