Dietro le truffe all’Inps dei falsi braccianti ci sono i cosiddetti colletti bianchi ovvero quei funzionari che sotto banco passano carte fasulle e accettano false pratiche. Su di loro si indaga da tempo. Chi siano, cosa facciano e se prendano mazzette non si sa ancora. Ma la Guardia di Finanza sta passando al vaglio tutti i documenti possibili per risalire agli esecutori materiali della truffa.
Per adesso a finire nei guai sono 36 persone, tutti falsi braccianti, indagate per truffa ai danni dell’Inps. Sono stati sequestrati beni per 145 mila euro. Sotto chiave beni mobili registrati e somme depositate presso conti correnti postali e bancari tra Marano, Qualiano, Giugliano, Mugnnao, Calvizzano, Nola, Casoria, Mondragone e Somma Vesuviana.
I provvedimenti di sequestro sono stati adottati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli su richiesta della Procura a seguito degli accertamenti svolti dal gruppo guardia di finanza. I falsi braccianti venivano assunti da false aziende per lavorare su terreni inesistenti o appartenenti a proprietari completamente ignari di tutto. Dopodiché venivano licenziati ed ottenevano o assegni di maternità, di disoccupazione o di malattia.
Erano poi i falsi datori di lavoro che curavano l’inoltro presso gli uffici dell’ente previdenziale, di denunce di manodopera agricola nonché di certificazioni attestanti rapporti di lavoro rivelatisi insussistenti.
Non si esclude che in tutta questa vicenda centri la criminalità organizzata e il clan Mallardo. Si sa che Giuliano Pirozzi curava le false pensioni di invalidità non si esclude che qualcun altro curasse qualche altro aspetto, ma è tutto da verificare e da accertare.