Falsi incidenti e finti certificati per truffare le assicurazioni: 22 arresti tra medici, infermieri e professionisti

Un sistema collaudato per truffare le compagnie assicurative simulando incidenti e confezionando falsi certificati medici con la complicità di medici compiacenti per incassare i premi delle polizze. Sono 23 le persone raggiunte da un’ordinanza cautelare questa mattina nel corso del blitz condotto dai militari del Gruppo Carabinieri di Aversa e del NAS di Caserta (22 agli arresti domiciliari e 1 sottoposta all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria). L’ordinanza è stata emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito di una complessa e articolata indagine condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa e dal NAS di Caserta. Sono più di 500 gli indagati nell’ambito dell’inchiesta.

Caserta, falsi incidenti e certificati medici “tarocchi” per truffare le assicurazioni: 22 arresti

 

L’attività investigativa, pur ancora nella fase preliminare, ha consentito di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere dedita a corruzione, falso, truffa, corruzione in atti giudiziari, e produzione e utilizzo di documenti contraffatti. L’obiettivo era ottenere indebiti risarcimenti da compagnie assicurative per sinistri stradali mai avvenuti. L’organizzazione avrebbe condotto presso vari Pronto Soccorso soggetti con fratture pregresse, utilizzando false generalità e documenti contraffatti forniti da complici. I referti medici attestanti lesioni venivano poi utilizzati per richiedere risarcimenti alle compagnie assicurative.

In altri casi, l’organizzazione avrebbe inviato soggetti perfettamente sani nei Pronto Soccorso degli ospedali di Marcianise e Maddaloni, dove medici compiacenti, dietro compenso, rilasciavano falsi referti attestanti lesioni personali. Tali referti, redatti al di fuori delle normali procedure di registrazione telematica previste dall’Azienda Sanitaria, venivano successivamente convalidati da un infermiere compiacente addetto all’archivio sanitario dell’ospedale di Marcianise. In questo modo, superavano i controlli delle agenzie investigative incaricate dalle compagnie assicurative, permettendo di ottenere indebite liquidazioni dei risarcimenti.

Uso di documenti e fatture false

 

A supporto delle richieste risarcitorie, l’organizzazione avrebbe inoltre utilizzato: documentazione medica redatta da medici compiacenti in servizio presso strutture sanitarie pubbliche e private accreditate presso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Esami diagnostici emessi su carta intestata di centri risultati carenti di autorizzazioni sanitarie e intestati a presunti prestanome. In alcuni casi, sarebbe stato coinvolto un soggetto non qualificato come fisioterapista, che forniva false fatture attestanti cicli di fisioterapia per rendere più credibili le richieste e aumentarne gli importi.

Sequestri e cifre coinvolte: sequestrato studio diagnostico di Qualiano

Nel corso dell’indagine, sono stati eseguiti sequestri preventivi di: Oltre 600.000 euro nei confronti di due medici coinvolti, parte dei quali rinvenuti in contante durante perquisizioni domiciliari; uno studio diagnostico situato a Qualiano (NA) con relative apparecchiature diagnostiche; un centro fisioterapico a Casal di Principe. Inoltre, presso il presidio ospedaliero di Marcianise e gli archivi della società C.S.A. Consorzio di Cancello Arnone (che gestisce l’archiviazione della documentazione medica per conto dell’ASL), sono stati acquisiti oltre 1.700 certificati medici irregolari.

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