Fece morire di fame e di sete la figlioletta, Alessia Pifferi picchiata in carcere dal branco

Picchiata dalle altre detenute. E’ quanto accaduto ad Alessia Pifferi, la donna di 37 anni che ha lasciato morire di stenti la sua bimba di un anno e mezzo. A dirlo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera l’avvocata Solange Marchignoli.

Abbandona la figlia in casa e la fa morire di stenti, Alessia picchiata in carcere

“È in isolamento – spiega la legale – perché l’unica volta che non era isolata, l’hanno menata. Il giorno dopo l’udienza, la signora ha cercato di raggiungere una suora quindi deve aver fatto alcuni gradini da sola e le altre detenute l’hanno presa dai capelli, schiaffeggiata e picchiata”. E’ il codice interno al carcere, che non tollera pedofili e infanticidi, secondo una logica criminale avulsa dalle leggi dello Stato.

Alessia Pifferi è stata così picchiata dal branco, presi a schiaffi e pugni fino a all’intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria, che l’hanno portata poi in isolamento per evitare che venga in contatto con le altre detenute. Intanto, sul fronte giudiziario, il già ha rigettato l’istanza degli avvocati difensori che chiedevano di far entrare in carcere alcuni esperti così da poter svolgere una consulenza neuro-scientifica: “Pifferi non è in grado da un punto di vista di struttura intellettuale di rappresentarsi l’evento morte – spiega la Marchignoli -. Dubitiamo della sua capacità di elaborare un pensiero per questo abbiamo chiesto questo tipo di consulenza. Per questo motivo, ciò che è stato scritto nell’interrogatorio, secondo me, non corrisponde esattamente a quello che lei ha cercato di raccontare”.

La morte della piccola Diana

Lo scorso luglio, Alessia Pifferi, lasciò la figlioletta Diana, di 16 mesi, da sola in casa per sei giorni. La donna si recò da Milano a Bergamo per stare col fidanzato, disinteressandosi completamente della bimba abbandonata in casa senza cibo e senza assistenza. Al rientro a casa l’ha ritrovata così senza vita. “Sapevo che poteva andare così”, aveva detto in un primo momento ai carabinieri, prima di finire agli arresti con l’accusa di omicidio e abbandono di minore.

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