Incinta a 12 anni, l’arresto e il successo su TikTok. La De Crescenzo si racconta

Feste, successo e camorra. Potrebbe essere riassunto in tre parole il servizio andato in onda ieri a Le Iene su Rita De Crescenzo, popolare tiktoker napoletana, intervista da Nicolò De Devitiis.

Feste e camorra, Rita De Crescenzo a Le Iene: “Così sono diventata famosa”

Dal suo look eccentrico alle sue esibizioni da 3mila euro a settimana, fino alla sua gravidanza a 12 anni e al suo passato con cui deve fare i conti tutt’oggi. Rita De Crescenzo è un personaggio controverso che a Le Iene prova a raccontarsi a tutto tondo, senza mai nascondere l’emozione.

Tutto è iniziato con un video pubblicato su TikTok. “Stavo litigando con una signora e da qui le ho detto: ‘Ce la fai a combattermi? Mettiti la fascia in fronte e scendi in campo. Svergognata”. Parole che sono diventate un vero e proprio tormentone, al punto che la nota influencer si è ritrovata ad incidere la sua prima canzone. Lo stesso brano che la De Crescenzo canta alle feste per le quali viene ingaggiata, tra compleanni, battesimi, comunioni e perfino feste di laurea. Tutto rigorosamente documentato nei video pubblicati sul noto social cinese.

Ma Rita ci tiene a precisare: “Io non mangio con Tik Tok. Quando finirà, finirà. E’ stata una bella favola”. Le telecamere de Le Iene la seguono mentre si reca al suo negozio, lo Svergogna Shop: è qui che la tiktoker napoletana indossa e sceglie con attenzione i suoi vestiti per le esibizioni.

Esibizioni che in una settimana le permettono di guadagnare circa 3mila euro. “Fatturati, pago l’Iva”, sottolinea Rita durante l’intervista su Italia 1. Dopo lo shopping, l’influencer come un Cicerone degno di nota porta Nicolò De Devitiis in giro per la città partenopea. Ma prima un breve “pit stop” all’ormeggio dove lavora il compagno Sasà, anche lui protagonista dei video della influencer. Per le strade di Napoli, è impossibile per Rita passare inosservata: c’è chi la ferma, la saluta, le chiede una foto o un video. Questo il prezzo da pagare in cambio del successo ottenuto, ma a Rita non sembra dispiacere. Alcune signore provano a conversare con lei: “Chi dice che non è un buon esempio di Napoli è gente invidiosa e cattiva”, dice una donna che la segue sui social.

Dal centro storico di Napoli si passa poi alle serate. Rita cambia velocemente abito, raggiunge il locale in cui dovrà esibirsi e poi entra in scena. L’acclamano tutti. Alle prime note di “Svergognata”, i presenti applaudono e iniziano a cantare insieme a lei. Sono quaranta minuti di puro divertimento.

Il passato di Rita De Crescenzo: incinta a 12 anni

Ma De Crescenzo non è solo l’ennesimo personaggio stravagante nato per puro caso sui social che “regala allegria”, come lei sostiene, al suo pubblico. In passato l’influencer napoletana ha avuto problemi con la giustizia: nel 2017 fu arrestata insieme ad altri esponenti del clan Elia, dopo le indagini che documentavano lo spaccio della De Crescenzo insieme al figlio di 12 anni. Dopo quelle accuse perse infatti la patria potestà.

A raccontare i legami con la criminalità organizzata è Fabio Postiglione, giornalista napoletano de “Il Corriere della Sera”. “Rita De Crescenzo è un’imputata in un processo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti per conto del clan Elia. E’ solo una buffona”, dice il cronista. A 12 anni ha avuto una relazione con un uomo organico al clan dei Contini, dalla loro unione è nato il primo figlio di Rita.

L’arresto

“Non ho mai dato un brutto esempio, io ballo e mi diverto. Non ho mai lavorato per il clan Elia”, dice la tikotoker napoletana a Le Iene, respingendo ogni accusa. “Mio suocero Raimondo Marrazzino è stato ucciso, ma queste sono cose che fanno parte della famiglia – sottolinea Rita – . Io avevo 12 anni quando sono rimasta incinta, poi ci siamo lasciati. Io ho fatto la mia strada e lui la sua. E’ stato un po’ in carcere (27 anni di reclusione, ndr). Sono tutte cavolate, sono stata arrestata ma non stavo bene: facevo uso di sostanze stupefacenti e psicofarmaci. Non ho mai negato questo”, conclude.

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