Casal di Principe. Sono dure le parole che Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera utilizza sul suo profilo Facebook per ricordare Don Peppe Diana e per raccontare la sua mattinata a Casal di Principe: “Stamattina sono stato a Casal Di Principe per la messa in memoria di Don Peppe Diana, Parroco assassinato il 19 marzo del 1994 dal clan dei casalesi. La sua colpa? Aver scritto un manifesto dal titolo “Per amore del mio popolo non tacerò”.
Continua e parla della lettera e dei fiori deposti sulla tomba del sacerdote ucciso dalla camorre 22 anni fa: “Non ho voluto sedere tra le autorità e non ho partecipato al codazzo istituzionale. Troppa ipocrisia. Sulla tomba di Don Peppe ho deposto un mazzo di fiori e una lettera: “Caro Don Peppe, ti hanno ucciso un’altra volta. Non sono stati i camorristi, ma premier, sottosegretari e ministri.
Il Governo Renzi ha bloccato i fondi per i risarcire i famigliari delle vittime di mafia. Chi ha trovato e troverà il coraggio di denunciare la camorra, non riceverà neanche il sostegno per le spese legali. La commemorazione di oggi sarà una passerella di ipocriti. A Palazzo Chigi hanno scelto da che parte stare, purtroppo non la tua.”
Non si è fatto attendere il commento del presidente dell’Antimafia Rosy Bindi, anche lei in visita alla tomba di don Peppe Diana: “Non trovo assolutamente opportuno il comportamento di Di Maio, si è dissociato dalle altre autorità visitando separatamente la tomba di don Diana, e rilasciando dichiarazioni che avrebbe dovuto fare nella sede adeguata per esercitare la funzione di controllo che spetta ad ogni parlamentare, che è il Parlamento e non la tomba di don Peppe”.
Dura anche Pina Picierno: “Non ho parole per definire Luigi Di Maio. Lo sciacallaggio e la propaganda politica su una vittima della camorra, nel giorno del ricordo del suo assassinio, farebbe venire la nausea a chiunque. Scusalo Don Peppino, non sa quello che fa.”