Un ordigno esploso ogni due giorni. L’escalation di bombe sembra non volersi fermare a Frattaminore, in provincia di Napoli, ormai divenuto terreno di scontro tra due clan rivali che si contendono l’egemonia della città.
Frattaminore, boato nella notte: un’altra bomba esplode in città
L’ultimo episodio risale a stanotte. Un’altra bomba carta è esplosa in piazza Atella, intorno all’una. Ad essere preso di mira è stato il circolo ubicato nei pressi del palazzo ducale. L’esplosione ha causato lievissimi danni alla parete esterna. Il forte boato ha svegliato di soprassalto molti residenti della zona che, spaventati, si sono affacciati alle finestre e ai balconi per capire cosa fosse successo.
A Frattaminore è ormai il quinto ordigno deflagrato nel giro di poche settimane. La prima bomba, in ordine cronologico, risale al 16 gennaio, quando ignoti lasciarono un pacco dinanzi a un centro estetico di via Giuseppe Di Vittorio. L’ordigno artigianale, considerato in un secondo momento di basso potenziale, danneggiò la saracinesca dell’attività commerciale, senza causare grossi danni.
Il secondo episodio, invece, si verificò lo scorso 5 febbraio, in via Turati. Una bomba carta fu fatta esplodere all’ingresso di una sala slot. Sul posto intervennero i vigili del fuoco e la polizia di Frattamaggiore per i rilievi del caso.
Ventiquattro ore dopo ci fu la terza deflagrazione. La domenica del 6 febbraio un ordigno rudimentale fu posizionato in via Firenze, davanti ad un centro scommesse.
L’onda d’urto danneggiò alcune auto in sosta nei pressi del negozio. Secondo alcuni testimoni sarebbero stati due ragazzi, a bordo di uno scooter, a lasciare la bomba dinanzi alla serranda del negozio, facendola poi esplodere. Il penultimo episodio, invece, risale a due giorni fa, in via Sant’Angelo. La deflagrazione ha divelto il cancello di un edificio al civico 16. Per fortuna non ci sono stati danni gravi e soprattutto feriti. Sul posto si sono precipitati i Carabinieri della Compagnia di Giugliano che indagano sul caso. Tutti gli episodi avvenuti finora a Frattaminore, secondo gli inquirenti, sarebbero legati tra loro e riconducibili ad una faida tra clan per il controllo del territorio.