Una scena terribile, quella che si è presentata in via Liguori, a Frattaminore. Gli agenti del commissariato di Frattamaggiore nonostante lo shock hanno dovuto effettuare i rilievi sul corpo della donna, ritrovata con il cranio fracassato, e il piccolo di 3 anni, adagiato senza vita nella culla. Sarà l’autopsia a svelare in che modo il papà, Gennaro Iovinella abbia ucciso il bambino. Forse una manovra rapida per spezzargli le vertebre cervicali, forse il soffocamento.
L’omicidio della moglie. E’ chiaro invece come abbia ucciso la moglie, Caterina Perrotta, 40 anni, impiegata presso una boutique di Corso Durante, a Frattamaggiore, oggi chiusa a lutto. Nell’abitazione è stata ritrovata una statuetta ancora imbrattata di sangue che è stata usata più volte sulla testa tanto da fracassarle il cranio. La sua furia omicida è terminata solo quando con un cappio al collo ha deciso di farla finita appendendosi alla ringhiera nella tromba delle scale. A ritrovarlo è stato un vicino di casa che ha allertato la polizia ed avvisato gli altri condomini immondo che nessun bambino potesse vedere quella scena agghiacciante. E si scava nella vita di Iovinella.
Una vita distrutta. Due negozi chiusi, un lavoro presso una ditta di pulizie che non arrivava, una cura a base di psicofarmaci, la casa in vendita per ripianare i debiti e un padre, Luigi Iovinella, suicidatosi nel 2012 in galera, dove scontava una pena per aver tentato di uccidere la moglie. Un destino segnato quello di Iovinella, così come il padre vedeva forse nella moglie la ragione dei suoi fallimenti o non riusciva ad accettare la fine del loro matrimonio. La donna infatti aveva chiesto il divorzio dopo che da mesi vivevano separati in casa. Aveva avviato le pratiche del divorzio, ma non lasciava l’abitazione per paura che questa scelta le pregiudicasse l’affidamento del figlio. Il tempo ha giocato contro di lei: è stata uccisa prima di poter lasciare l’appartamento.
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