Frosinone, “mammina!”: graffi e urla, Gabriel provava a difendersi mentre la mamma lo strangolava

Ha provato a difendersi mentre sua mamma lo stava strangolando. Il piccolo Antonio Gabriel Faroleto, di due anni, morto ieri pomeriggio a Frosinone, ha tentato di ribellarsi alla furia omicida della donna che l’ha messa al mondo, Donatella Bona, 28 anni. La giovane ha confessato quanto fatto dopo un lungo interrogatorio durato tutta la notte: sulle braccia porta ancora i graffi del figlio agonizzante che ha tentato di liberarsi dalla sua presa.

Gabriel si è divincolato mentre le mani della mamma lo stringevano forte al collo, fino a farlo soffocare. Il corpicino del bimbo ora si trova nella camera mortuaria dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino e l’autorità giudiziaria ne disporrà l’autopsia. La madre, invece, si trova nel carcere femminile di Rebibbia. I fatti risalgono a ieri, mercoledì 17 aprile. A scatenare il raptus della mamma sarebbe stato un piccolo capriccio del piccolo: “Voleva andare da nonna“. Poco prima della tragedia, Donatella aveva incontrato il padre di suo figlio, il suo ex compagno, con il quale non vive più insieme.

Secondo le informazioni apprese Donatella, incensurata, soffre di problemi mentali ma non era mai stata in cura. La donna, dopo aver ucciso il figlio, ha continuato a camminare in strada, diretta verso casa, pensando al copione che avrebbe dovuto recitare. Ai sanitari del 118 intervenuti per soccorrere il bambino riverso a terra. In un primo momento aveva dichiarato che il piccolo era stato investito: “Mi hanno travolto mentre lo tenevo in braccio”.

Sul luogo del dramma è arrivata un eliambulanza, e i soccorritori hanno cercato di rianimare il bimbo per quasi un’ora, all’interno del cortile di casa. Ma la prima versione dell’accaduto raccontata dalla donna non ha convinto i carabinieri: c’erano troppe incongruenze. Dopo un interrogatorio andato avanti un’intera notte, Donatella ha confessato ammettendo il terribile delitto di cui si è resa responsabile.

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