Affida anche ai social network il suo dolore. Giuliana Ghidotti, 32 anni, è la moglie di Pasquale Apicella, il poliziotto morto a Napoli durante un inseguimento con una banda di malviventi. E’ la stessa donna che durante le esequie i fotografi hanno immortalato mentre si accasciava disperata sul feretro del marito.
Giuliana scrive una lettera al marito su Facebook: “Mi piaceva la nostra quotidianità. Oggi è tutto finito”
La 32enne scrive una lettera immaginaria rivolta al marito. Lo fa attraverso un post su Facebook apparso pochi giorni fa, prima del funerale. “Mi piaceva la nostra quotidianità: cena alle 8 e poi mentre tu tenevi i bimbi io rassettavo, poi tutti sul letto a vedere un film. Eri intransigente, non volevi telefoni in mano la sera nel letto, perché era un momento nostro per stare insieme, quante volte abbiamo battibeccato perché ti dicevo che era l’unico momento di relax della giornata”.
Poi aggiunge, disperata: “Prima ti sceglievo i vestiti, adesso l’urna. Quando dovevamo andare da qualche parte mi chiedevi di sceglierti i vestiti, e io ti preparavo tutto sul letto. Calzini, mutande, maglia e pantalone, lo facevo con amore. Stasera con la morte nel cuore ho dovuto scegliere una cosa per te, che mai avrei pensato di dover fare e sicuramente non a 32 anni. Ho dovuto scegliere l’urna per le tue ceneri. Ne ho scelta una con sopra l’albero della vita, perché tu eri questo. Eri vita, la mia vita ed ora è tutto finito”.
Il giorno del matrimonio
La moglie del compianto poliziotto scrive anche un altro lungo post per ricordare il giorno del loro matrimonio. Rievoca i momenti di felicità vissuti in casa prima di salire sull’altare. “Quattro anni fa – scrive Giuliana – in questo stesso giorno la mia casa era piena di felicità, stavo indossando il mio vestito da sposa, nostro figlio era pronto in giacca e cravatta per accompagnarci in questo giorno che con sudore e sacrificio ci eravamo guadagnati. Mi ricordo la mia fretta di correre da te, avevo passato giorni a immaginare il momento in cui ti avrei visto li, ad aspettarmi all’altare con la divisa che tanto avevi sognato. Ed eri bellissimo, in quella chiesa c’era tutto ciò di cui avessi bisogno. Avremmo dovuto stare lontani due giorni prima del matrimonio, perché avevamo già la nostra quotidianità insieme ma non ci sei riuscito”.
Infine racconta: “Eri comunque venuto da me, nonostante il mio vestito fosse pronto nella stanza, perché io e te lontani proprio non riuscivamo a stare. Mi promettesti di non sbirciare. Le tue promesse le hai sempre mantenute, tutte. Dopo quattro anni sono qui, completamente svuotata da quell’amore che per tanti anni ci ha riempiti e gli occhi che ti cercano in ogni angolo. Nulla sarà mai più come prima, però la nostra piccolina in questi pochi giorni è cambiata tanto. Ha il tuo sguardo e so che questo lo hai fatto tu, per me, perché sai che io senza quei brillanti non ci so vivere”.