È in arrivo una stretta a termosifoni e condizionatori delle pubbliche amministrazioni. Il premier Mario Draghi aveva domandato se fosse meglio la pace o il condizionatore acceso, il cui significato è legato alla dipendenza italiana dal gas russo.
Gas russo, stretta su condizionatori e termosifoni: le nuove regole
“Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace”, aveva dichiarato. Senza gas russo “fino a fine ottobre siamo coperti, le conseguenze non le vedremo fino all’autunno”. Da qui, la decisione di iniziare a risparmiare qualcosina negli uffici pubblici previsto dal nuovo emendamento.
Dal primo maggio 2022 al 31 marzo 2023, la media ponderata della temperatura degli edifici pubblici non dovrà superare i 19 gradi centigradi, con 2 gradi in più di tolleranza per quanto riguarda il riscaldamento.
Mentre i condizionatori non dovranno essere impostati a una temperatura inferiore a 27 gradi (meno 2 gradi di tolleranza). Lo prevede un emendamento al dl bollette approvato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera.
Il decreto è atteso a Montecitorio lunedì prossimo. Le misure ammontano a quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 per il caro energia con la cancellazione degli oneri di sistema per le utenze domestiche per il secondo trimestre e il potenziamento del bonus sociale. Previste liberalizzazioni per le rinnovabili e l’aumento della produzione di gas nazionale.